Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

La questione meridionale_ e il federalismo Succederà alla democrazia quel che è successo prima alla Destra, e poi alla Sinistra: fuori una faccia liberale, e dentro la verminaia delle ca– morre del Nord e del Sud. Col suffragio universale - si può opporre - le cose cambierebbero; le masse meridionali non manderebbero piu una maggioranza reazionaria. Non bisogna farsi troppe illusioni! Le masse settentrionali hanno avuto bisogno di vent'anni di vita politica per cominciare a imparare ad adope– rare il voto, e l'educazione è ben lungi dall'essere compiuta. Nel Mezzo– giorno le masse non potranno da un momento all'altro passare dalla inazione politica alla politica democratica; e il tempo, necessario alla forma– zione dell'educazione politica del Mezzogiorno, sarebbe messo a profitto dai reazionari per contrastare in tutti i modi l'educazione stessa. In un paese federale, nel quale cioè tutti gli interessi comuni sieno amministrati dalle masse, e non da impiegati onnipotenti, viventi in una capitale lontana, nella quale bisogna avere un rappresentante possibilmente autorevole e ric– co, in un paese non unitario le masse sono spinte dai loro stessi interessi giornalieri a prendere il loro vero posto di combattimento: nel federalismo la sovranità popolare può funzionare bene anche con un limitato capitale originario di educazione politica, e l'esercizio quasi giornaliero della so– vranità permette una piu intensiva educazione delle masse. Nel sistema unitario invece le masse non fanno che votare al massimo ogni anno la fiducia a un certo numero di persone, che appena conoscono, e queste persone fanno tutto, dispongono di tutto, senza controllo, come tanti padreterni onnipotenti; è necessaria quindi agli elettori, per ben vota– re, una larga e squisita educazione, che ben pochi hanno; né il sistema facilita la formazione di siffatta educazione. Il federalismo decentrerebbe ad un tratto la reazione, mettendola in minoranza nel Nord, lasciandola debole nel Sud, rompendo a ogni modo il suo nodo vitale che è a Roma; assicurerebbe fin da principio la prevalen– za nella politica generale della nazione alle correnti democratiche; e intanto faciliterebbe straordinariamente l'educazione politica delle masse meridio– nali. Solo in questo modo la parte piu avanzata del paese potrebbe esercitare beneficamente una egemonia temporanea sulla parte piu arretrata. Anche in un regime federale il Sud avrebbe bisogno per i primi tempi dell'aiuto del Nord, perché in parecchi luoghi la inevitabile trasformazione sociale avverrebbe certo attraverso a lotte asprissime e anche violente. Oggi l'inter– vento del Governo centrale è sempre a vantaggio dei piu forti, cioè di quelli che dispongono di maggior numero di voti alla Camera, e in un regime unitario democratico il Governo centrale non potrebbe fare diversamente per non ,rimanere in minoranza nelle votazioni di fiducia. In un regime federale, invece, qualora le lotte fra i partiti di una regione degenerassero in modo da richiedere l'intervento delle altre regioni, tutti i partiti di que– ste regioni, di qualunque colore sieno, non avendo alcun interesse diretto 189 BibliotecaGino Bianco

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