Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Movimento socialista e questione meridionale vita amm1mstrativa napoletana degli effetti gravissimi. Crispi, succeduto a Nicotera, si unisce al San Donato e trasloca il prefetto, che preferisce dimettersi. A un tratto, quando non è ancora nominato il nuovo prefetto, si scopre che Crispi ha due mogli. Crispi cade (marzo '78), cioè le due mogli di Crispi dànno un nuovo indirizzo alla vita amministrativa napoletana. Durante la crisi ministeriale, il San Donato fa votare al Consiglio, nono– stante i dodici milioni di disavanzo, un fondo segreto di 300.000 lire per raddrizzare la pubblica opinione (storico!), ossia per. corrompere la stampa. Il prefetto dimissionario annulla la deliberazione. Sale al ministero Zanar– delli,9 scioglie il Consiglio e trasloca il prefetto: un colpo al cerchio e uno alla botte, chi ha avuto ha avuto, e chi ha dato ha dato. E adesso? - scrive il corrispondente della Rassegna Settimanale. - Adesso andrà a Napoli un commissario regio per provvedere alla spedizione degli affari correnti fino alla elezione di un nuovo Consiglio; alla scelta del quale parteciperanno tutti gli ele– menti malsani, che hanno precipitato la città nel basso fondo in cui si trova. Il male sembra veramente senza rimedio e disperato. Sopra a chi far conto per sollevar Napoli dalla degradazione ov'è caduta? Sugli elettori? li abbiam visti fin adesso inerti o com– piacenti. I partiti (chiamiamoli cosi) municipali di Napoli trovano, nella canaglia d'ogni ceto e qualità, soldati ed istrumenti. Egli è notorio che da piu anni la camorra vi è un elemento importante della vita pubblica locale, interviene ed influisce in tutto: nelle elezioni, negli appalti, nell'esecuzione dei regolamenti municipali. È notorio che le ambizioni e le cupidigie di persone di condizione civile trovano il loro appoggio nella camorra; che questo appoggio naturalmente non è disinteressato. E l'autorità pubblica rispetta nell'uno o nell'altro dei colpevoli maggiori l'influenza locale o l'influenza po– litica. In ossequio alle libertà locali e al principio del decentramento, il commissario regio lascierà piena libertà ad ognuno dei partiti municipali di cercare i suoi alleati nella schiuma della popolazione d'ogni classe, di corrompere, intimidire, di promettere l'im– punità ai delitti; e poi, si chiameranno gli elettori amministrativi alle lotte feconde della libertà. E questo accadrà nella migliore ipotesi; in quella cioè che il commissario regio non prenda partito per nessuno e si conformi scrupolosamente alla legge. La salvezza venne donde il corrispondente unitario e avverso al de– centramento amministrativo meno se l'aspettava. Nonostante le coorti degli impiegati e degli appaltatori, nonostante i molteplici interessi, che adunavano intorno ad un uomo tanto numero di clienti, i comizi del 21 luglio (1878] diedero un solenne voto di biasimo al San Donato e alla lista caldeggiata da lui. L'esaltazione degli animi era tale che dalla cittadinanza furon chieste assicu– razioni e guarentigie al regio commissario, dimodoché a1le solite urne, di vergognosa memoria, furon sostituite apposite urne di cristallo, e alla solita custodia, eseguita dalle guardie municipali, subentrò eccezionalmente, per desiderio espresso di cinque asso– ciazioni, la rassicurante presenza dell'arma dei carabinieri. Non meno di diecimila compagnato dal granduca Alessio, si era recato a visitarlo. Il 6 dicembre l'on. Corte inter– rogava il ministro dell'Interno, Nicotera, per sapere come mai fosse stato trasmesso ai giornali il testo di un telegramma privato e se non esistesse una censura telegrafica. L'interrogazione, cadendo in una situazione parlamentare già tesa, per i risentimenti provocati dalla politica in– terna di Nicotera, fu causa occasionale delle dimissioni del Ministero Depretis, che fu ricostituito poco dopo con Crispi al posto di Nicotera. [N.d.C.] 9 Al ministero dell'Interno, nel primo gabinetto Cairoli (24 marzo-19 dicembre 1878). [N.d.C.] 184 BibliotecaGino Bianco

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