Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

La questione meridionale e il federalismo raggio di scuotere l'oppressione dei settentrionali, gli stessi democratici e socialisti del Sud - la cui coscienza politica è purtroppo appena in via di formazione - dovranno unirsi ai conservatori meridionali; i conservatori del Nord, sbattu.ti dalla montante marea democratica, si aggrapperanno al Mezzogiorno come all'ultima àncora di s~lvezza, sacrificando magari gli interessi del Nord pur di salvare la propria esistenza. Sarà una nuova unità a profitto del Sud, che comincerà a sfruttare il Nord. Ma che im– porta? il porro unum· necessarium è che si salvino le istituzioni, cioè che si salvi l'attuale impalcatura politica amministrativa, condizione indi– spensabile al predominio delle consorterie conservatrici del Nord e del Sud. Ed ecco che i giornali monarchici del Sud, capitanati dal Mattino di Scarfoglio, iniziano apertamente l'agitazione regionalista a base di odio contro il Nord e specialmente contro Milano, la quale vuol diventare capi– tale d'Italia; di calunnie contro tutti i principali democratici del Nord, le cui parole sulle condizioni del Mezzogiorno vengono riprodotte, commen– tate, contorte, falsificate; e su tutta questa minuta propaganda di bugie, di insinuazioni, di abili suggestioni, grandeggiano i due concetti, che l'uni– tà d'Italia deve essere difesa ad ogni costo e che la monarchia per difendere l'unità deve appoggiarsi necessariamente sul Mezzogiorno. Questa propaganda sfugge quasi completamente agli uomini politici e ai giornalisti del Nord, prima perché i giornali meridionali sono quasi sconosciuti nel Settentrione, e poi perché la propaganda regionalista è fatta in forma ipocrita: essa sfljlgge quasi sempre gli articoli di fondo firmati, che richiamano l'attenzione, e si annida nei Giri pel mondo, nei mots de la fin, nei brevi entrefilets sperduti nelle seconde pagine, nelle cronache lo– cali, in quelle parti del giornale le quali si sottraggono all'occhio frettoloso dei forestieri, ma che sono i migliori veicoli per far penetrare inavvertita– mente le idee nelle menti, già ben disposte, dei lettori locali. D'altra parte, quand'anche i settentrionali avessero agio di sorvegliare attentamente l'opinione pubblica del Sud, essi non potrebbero influire in alcun modo su di essa col mezzo ordinario della stampa, perché i giornali del Nord sono quasi tutti sconosciuti nel Sud: e i gazzettini meridionali citano della stampa nordica solo ciò che può servire a rinfocolare gli od1 locali, ma non sarebbero mai tanto minchioni da ammannire ai loro letto~ ri delle citazioni contrarie. In quest'ambiente, pieno di diffidenze e di recriminazioni, di ostilità e di disprezzi, è uscito il recente libro di F. S. Nitti, intitolato Nord e Sud, Prime linee di una inchiesta sulla ripartizione territoriale delle entrate e delle spese dello Stato in Italia (Torino 1900). Questo libro dice molte verità, che è bene sieno conosciute specialmen– te nel Nord; ma ne trascura molte altre, che meritano di esser conosciute non meno delle prime. Può fare molto bene ai partiti popolari, se questi non lo lasciano passare inosservato e se sanno attingere in esso la loro li– nea di condotta di fronte alla questione meridionale. Contribuirà invece " 161 BibliotecaGino Bianco

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