Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Movimento socialista e questione meridionale Eppoi, non è forse legge fatale della nostra vita politica l'esser fuori sem– pre della realtà, il sostituire alla constatazione dei fatti la retorica, l'andar innanzi alla cieca cullandoci al suono di parole prive· di senso? È bens.i'.vero che, da qualche anno a questa parte, la questione meri– dionale è molto spesso agitata nei giornali del Nord e del Sud. Ma con quali compassionevoli metodi! La stampa del Sud, mancipia delle camorre che dissanguano il paese, combatte a base di menzogne e di calunnie, spesso assolutamente cretine, contro il Nord. Se non ci fossero tra i meridionali il Renda, il Ciccotti, il Colajanni, i quali han discussa la questione con indipendenza di giudizio, ci sarebbe da disperare sull'avvenire del nostro paese. Ma anche quei me– ridionali onesti e sinceri, i quali pur riconoscono l'inferiorità del loro paese, di fronte al disprezzo umiliante e irritante, che traspira da ogni riga scritta nel Nord, finiscono spesso col perdere la pazienza, e si sentono fervere il sangue nelle vene, e provano una gran voglia di dar ragione ai rettili della stampa latifondista e camorrista. Fra i giornalisti e gli uomini politici set– tentrionali, poi, non credo che arrivino a due quelli che conoscono bene le condizioni del Mezzogiorno, e le giudìchino serenamente e senza pre– giudizi. Specialmente la stampa democratica dà· a questo proposito uno spettacolo compassionevole: essa o fa, come Il Secolo, della retorica slom– bata sulla solidarietà fra Nord e Sud, oppure si compiace di mettere in vista i mali del Sud, contrapponendoli alla forza, alla moralità, al pro– gresso del Nord. Questo non è male; ma, quando avete fatto la descri– zione piu nera della corruzione meridionale, a che scopo volete arrivare? che cosa vi proponete di fare? Il vostro disprezzo non è purtroppo che in gran parte giustificato, ma disprezzare non basta; un rimedio, bene o male, bisogna trovarlo. Ora, chi fra i settentrionali pensa ad alcun rimedio, all'in– fuori del solito augurio che il mare ricopra le terre da Roma in giu? E, mentre i partiti democratici non sanno affrontare risolutamente il problema e sviscerarlo spregiudicatamente, quali che ne debbano essere le conseguenze, i partiti reazionari hanno iniziato nel Mezzogiorno una lenta e abilissima propaganda contro il Nord, dalla quale hanno molto da te– mere i partiti democratici del Settentrione. Ormai per il partito monar– chico il Nord appare perduto; bisogna appoggiarsi al Mezzogiorno. Ma le masse meridionali non potranno mai essere mobilitate contro la democra– zia del Nord sotto la bandiera conservatrice e monarchica: della monarchia ad esse non importa nulla, e dall'essere conservatrici ci corre e di molto. Sotto questo punto di vista, il meglio, che i conservatori possano desiderare dal Mezzogiorno, è che se ne stia tranquillo e non si muova; il can che dorme, lascialo dormire. · Il regionalismo si presta invece molto bene allo scopo: bisogna appro– fittare dell'ostilità, che i meridionali di tutti i partiti sentono acuta verso i settentrionali, bisogna far leva sugli interessi regionali, trasformando la lotta fra democrazia e reazione in lotta fra Nord e Sud. Distratti dal mi- 160 BibliotecaGino Bianco

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