Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Commenti forse inutili alle "dic,hiarazioni necessarie," ai radicali, è difficile trovargli in contraddizione fra loro, perché per lo piu non dicono niente; ma tutti sappiamo che sono un'accozzaglia di gente o piuttosto di candidati, i quali non sanno neanch'essi quello che vogliono. Ora, io domando a t-k: vi sentite voi il coraggio di consigliare ai socialisti di Molfetta di votare per l'on. Pansini, perché è repubblicano? E se sostenete la necessità di un programma positivo, come base dell'ar leanza, come potete consigliare l'alleanza indistinta con quest'accozzaglia di persone, che o non ha programma o è attraversata da correnti contrad– dittorie? siete disposti ad accettare la restrizione mentale, che l'on. Barzilai dichiara di fare al vostro programma antimilitarista? L'esperienza delle alleanze indistinte coi partiti che... non esistono, noi l'abbiamo già fatta nell'estate passata, e ora ne vediamo gli effetti. A Messina il sindaco repubblicano si è fatto fare commendatore; a Potenza i democratici, aiutati a salire dai socialisti con un programma di economie e di moralità, han subito preparate delle tasse sui piccoli contribuenti; a Firenze il primo consigliere popolare è passato nel campo reazionario; a Lodi i repubblicani han finito col gettarsi in braccio ai clericali; e potrei continuare per una colonna a raccogliere i frutti della tattica ciecamente e istericamente affinistica, inaugurata in Italia dopo il maggio 1898. La tattica delle alleanze potrà riescire utile alle seguenti due con– dizioni: 1) Che il partito socialista concreti il programma delle riforme po– litiche e finanziarie piu urgenti, determinandole con precisione una per una e chiedendo ai suoi alleati una promessa esplicita di appoggio imme– diato e incondizionato. Questa dovrebbe essere l'opera del prossimo con– gresso di Roma. 11 2) Che il partito socialista si riserbi in tutte le occasioni il diritto di discutere gli uomini dei partiti affini, ripudiando quelli che pel loro pas– sato, per la loro condotta personale, per le loro relazioni locali, dànno poco affidamento di serietà e di coerenza. Naturalmente questo diritto bisogna riconoscerlo anche ai nostri alleati rispetto a noi. Discutano pubblicamente il nostro programma immediato, dicano esplicitamente quali partiti possono accettare; e noi vedremo se non sia il caso di ridurre i nostri desiderii in limiti piu ristretti. Discutano pure i nostri uomini e rifiutino ad essi il loro appoggio, quando credano di do– verlo rifiutare. O nei partiti popolari vi è un fondo di buoni elementi, pronti a sacrificare le convenienze personali a vantaggio della concordia e 11 La necessità di questa condizione è stata finora sentita, ma piuttosto confusamente, dal partito; infatti finora abbiamo domandato ai candidati affini che accettassero il. nostro pro– gramma minimo. Ma siccome il nostro programma minimo contiene una gran quantità di riforme tutte indeterminate e vastissime, e per giunta è un programma provvisorio, che i congressi si sono finora rimandati da Erode a Pilato, cosi accettarlo vuol dire fare una dichiarazione di fede generalissima, che impegna a tutto e a nulla. Bisogna quindi 'rinunziare a questo sistema e presentare solo una lista di riforme specificate e concrete, ma esigendo per esse l'appoggio immediato e incondizionato. 141 BibliotecaGino Bianco

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