Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Da balia a pedagogo della rivoluzione Ecco: prima di tutto cercherei di non farmi assalire. Se proprio non potessi evi– tare l'assalto, mi augurerei di trovarmi in tasca un articolo del pessimista. Protetto da quella corazza ... di sofismi, sarei assolutamente invulnerabile! Potenza, 11 marzo '99. EITORE CICCOTTI [Da "Avanti!," 16 marzo 1899.] Da balia a pedagogo della rivoluzione Una polemica fatta a riprese, con botte e risposte che si seguono ad intervalli, si presta piu che mai a ripieghi, a scappatoie ed anche a cambiar le carte in tavola; ciò che appunto cerca di fare il Pessimista, attaccandosi alla tavola di salvataggio get– tatagli con animo misericorde dall'Avanti! Sa anch'egli ed ammette - ora - che "nello Stato moderno la rivoluzione è una crisi che si matura lentamente, insensibilmente! e si manifesta in tutta la sua pienezza, quando tutti gli altri mezzi di rivoluzione sono riusciti vani, quando il processo di disintegrazione è arrivato al colmo." Il bollente ed anonimo eroe, quindi, rinunzia - bontà sua! - a fare la rivo– luzione, e, "vedendo il processo di disintegrazione avvicinarsi al colmo" vuole "inter– venire a tempo opportuno nella crisi per padroneggiarla e dirigerla." È già un altro discorso, un po' diverso da' primi terribili suoni di tromba. L'eroe que~ta volta permetterà agli eventi di maturare con l'orologio alla mano; e, poiché egli sa contare i minuti alla storia, a tempo debito... interverrà. La balia della rivoluzione si contenta ora di esserne soltanto il pedagogo. Ma come? che cosa intende egli di fare intanto che arrivi il momento dell'" in– tervento"? Io prego i lettori di richiamare alla mente i lunghi e numerosi articoli del Pessi– mista; e mi dicano poi se in fondo al sacco troveranno altro che il nulla. Di lui non si sa altro che questo: che intanto consiglia di considerare lo Statuto come carta di cui non valga la pena di occuparsi. · Ed è perciò che io l'avevo pregato per mettere alla prova le sue vedute, di spie– garsi fuori d'Italia, se in Italia non può. Ma qui il prÙdente ed anonimo eroe soggiunge che "ha troppo da fare per gua– dagnarsi il pane e non può inutilmente sperperare le sue forze." E che Iddio gli conservi il pane e la forza! Ma è strano che costui non· ha riguar– do né all'uno né all'altro, quando si perde in un parlar vano, gravido di equivoci e d'insidie; e se ne ricorda poi quando lo s'invita a spiegarsi e a dire quello che in politica è tutto: il come. Ora io non posseggo il cronometro del Pessimista e non so dire come lui quanti giorni o quante ore ci separano dal cataclisma. La storia ha strani miraggi che fanno credere prossimi avvenimenti lontani, e, qualche al.tra volta, precipitò eventi da cui s1 poteva credersi remoti. Certamente una rivoluzione, a differenza di una sommossa, attrae nel suo vortice 115 • BibliotecaGino Bianco

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