Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Movimento socialista e questione meridionale pagni non si addormentino al suono delle ninne-nanne ottimiste, ma pen– sino che nelle mura di Gerico i Filistei stanno in agguato, pronti a piom– bare su noi, a distruggere il nostro lavoro, a privarci dei nostri migliori combattenti; esser necessario, quindi, per assicurare il buon andamento dei nostri lavori, non offrire piu il fianco scoperto alle devastazioni nemiche, ma volgere la fronte a Gerico e prepararci ad approfittare delle occasioni, che o prima o poi si presenteranno, per abbatterne le mura. Nessuna meraviglia quindi, se le mura non son cadute e se continue– ranno anche per altro tempo a restare in piedi. Ma il suono della tromba otterrà alcun effetto? Io non lo so; in ogni modo se i compagni socialisti continueranno a preferire la ninna-nanna, io aspetterò che altre solennissime botte come quelle del '94 e del '98 vengano a risvegliarli; e allora ritornerò a suonare la tromba. E il Ciccotti non stia a darsi pensiero della mia saiute; ho buoni polmoni e non mi sfiaterò. La contraddizione fra le idee del Ciccotti e le mie nasce non solo dal diverso modo di concepire la tattica del partito socialista, ma anche da un diverso apprezzamento delle attuali condizioni italiane. Io oltre ad essere impulsivo - oramai questa qualifica mi tocca- di pieno diritto - sono allarmista, in quanto credo che in Italia la cricca rea– zionaria raccolta intorno al tronco del potere centrale è incapace a ritornare sui suoi passi, farà scoppiare con la sua politica le agitazioni popolari sempre piu violente, e ad esse risponderà intensificando la reazione e incru– delendo contro di noi. Il Ciccotti, invece - beato lui, che è cosf equilibrato - ritiene che "la reazione ha già perduto fiato; nella scorsa estate pareva già che si fosse al finimondo; e pochi mesi dopo l'amnistia si imponeva come un fatto inevitabile." Si vede che per il Ciccotti la reazione si ha solo quando vi sono gli stati d'assedio, scoppiano le cannonate, funzionano i tribunali mi– litari. Che i condannati del maggio debbano ora uscire di galera per essere cacciati nella stia da capponi, come si può chiamare il nostro felicissimo regno, questo è segno che la reazione "ha già perduto fiato." Si vede proprio che è questione di maggiore o minore impulsività; sarei per dire che è questione di... qualche altra cosa. Io vedo nero perché non sono "un uomo I " h' d d. " . . ' " ". . " norma e, pere e non go o 1 una att1v1ta sana ; sono un 1stenco, un "matto," un allarmista, un impulsivo. Ma siccome tutto è relativo a questo mondo, non potrebbe darsi il caso che chi mi giudica sia un "fachiro," oppure sia ammalato lui di daltonismo, roseo di polisarda tranquillizzante? Quanto poi agli umori dei reazionari, il Ciccotti riconosce, - ed è in questo d'accordo con me, nonostante che io sia un impulsivo - che in Italia "c'è tutto un processo di disintegrazione, intimo, di effetto imman– cabile, che lavora per l'avvenire e di cui bisogna saper trarre profitto.·" La insopportabile pressione tributaria va creando una reazione contro l'eccesso delle imposte, nella quale "si può cercare la leva per iscalzare tutto un falso indirizzo politico." 108 BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=