Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Perché difendiamo lo Statuto Lo Statuto con una abilità, che non sarà mai considerata abbastanza, non parla nemmeno di questo diritto. Si dice che lo Statuto garentisce la uguaglianza dei diritti politici e civili a tutti i cittadini. Non è vero. Lo Statuto aggiunge (art. 24) "salvo le eccezioni determinate dalla legge." E la legge può stabilire delle ecce– zioni, da escludere la maggioranza dall'esercizio di un diritto; ne è esem– pio il diritto elettorale ristrettissimo. Si dice che lo Statuto garentisce la libertà di stampa. Non è vero. Lo Statuto dice (art. 28): "La stampa sarà lÌbera, ma una legge ne reprime gli abusi.'' E può reprimerli tanto da sopprimere anche i possibili abusatori. Ma le leggi, secondo lo Statuto, sono fatte dal popolo per mezzo dei suoi rappresentanti! Non è vero. Prima di tutto lo Statuto non garentisce a tutto il popolo il diritto di farsi rappresentare; anzi la prima legge elettorale promulgata dal magnanimo Carlo Alberto stabiliva un censo parecchio alto come condizione dell'elettorato. Inoltre, quand'anche il popolo potesse esser tutto rappresentato nella Camera dei deputati, il suo diritto di far le leggi è una irrisione e nulla piu: i senatori, nomin~ti dal re, possono distruggere l'o– pera dei deputati; dopo il filtro senatoriale, viene la sanzione reale, che può esser negata; e finalmente la Camera dei deputati può esser licenziata - e mandata a spasso, quando a Sua Maestà paia opportuno. Nella politica estera il popolo non ,ha nulla da vedere; lo Statuto dice che il re dichiara la guerra, fa i trattati di pace, d'alleanza, di commercio ed altri, dandone notizia alle Camere tosto che l'interesse e la sicurezza dello Stato il permettano ed unen– dovi le comunicazioni opportune. Dunque è il re giudice della opportunità della comunicazione. . Al re solo appartiene_ il potere esecutivo; il re fa decreti e regolamenti necessari per l'esecuzione delle leggi, ed ecco un altro modo per far dire alle leggi quel che si vµole; il re nomina tutte le cariche dello stato; il re convoca e scioglie la Camera dei deputati; il re di qua, il re di là. · Lo Statuto garentisce sul serio solo i diritti d'una parte.- Per l'altra parte non garentisce praticamente nulla. Non è vero che le leggi di Pelloux sono contrarie allo Statuto; esse sono invece le conseguenze cinicamente limpide dei principii affermati con un po' di orpello liberalesco nello Statuto. Non è vero che da quarant'anni a questa parte i ministri non hanno mai rispettato lo Statuto; i ministri lo hanno sempre rispettato; e non lo hanno mai rispettato tanto quanto nei momenti, in cui hanno oppresso le libertà popolari. Tu dici, caro Bissolati, che nello Statuto, per quanto monca ed incompleta, c'è la possibilità per le _minoranze di agitarsi onde divenir maggioranze; nello Statuto costituzionale, che la rivoluzione italiana 103 BibliotecaGino Bianco

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