Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

La questione meridionale che rara e splendida eccezione, da essi il partito radicale o socialista ha poco da sperare e i contadini hanno tutto da temere. Sono radicali o socialisti per chiasso, per moda, per poter fracassare le panche delle aule alla prima occasione, per avere il diritto di commettere delle mascalzonate. Ritornati al paese, si lavano della vernice rivoluzionaria, diventano uomini seri, uo– mini pratici, si buttano a capofitto nelle pastette locali, e fanno né piu né meno di ciò che fanno tutti gli altri professionisti meridionali, stretti dal bisogno di guadagnarsi in tutti i modi il pane attraverso una feroce e spietata concorrenza. Non è da escludere il caso che una parte di questa gente possa in qualche momento scendere fra i contadini e darsi ad agitarli. Ma, salvo qualche rara eccezione, che non formerà mai regola, quella gente bisognerà sempre sorvegliarla ed esser pronti a gettarla a mare, perché alla prima oc– casione non esiterebbe un istante solo a cambiar bandiera. Di Nicola Bar– bato il pubblico grosso conosce solo l'eroico contegno davanti al tribunale m.ilitare, 8 e questo solo fatto basterebbe a farlo ammirare e amare da tutti quelli che hanno il culto dei caratteri alti e nobili; ma ciò a cui pochi bada– no e che moralmente vale molto piu che cento processi eroici, ciò che forse non passerà alla storia, è la sua condotta di ogni giorno, là fra i suoi con– tadini, lungi dalla pubblicità delle grandi città, dalla réclame dei giornalisti a secco di notizie. Lottare nella oscurità di una piccola città di provincia a ogni momen.to contro le insidie, le menzogne, le calunnie, i tranelli di tutta la piccola borghesia, che pur è la classe in cui si è nati e si vive; vivere coi contadini una vita di miseria, mentre un piccolo cambiamento di condotta vi procurerebbe l'agiatezza e la pace; sentirsi combattuto e odiato senza misericordia da tutti i galantuomini, che sono pure la vostra classe naturale, mentre dipende da voi, solo da voi, il rientrare, festeggiato, adulato, premiato, in pace coi vostri nemici; tutto questo sacrifìzio di sé non può essere opera del primo venuto. Dunque, i contadini meridionali la guida e la luce non possono tro– varla nel loro paese. Ad essi bisogna che ci pensino, e che ci pensino seria– mente, i riformisti settentrionali. Nei settentrionali ci sono molte sfavorevoli prevenzioni contro l'Italia meridionale, e, a voler essere giusti, bisogna riconoscere che non hanno _ tutti i torti. L'Italia meridionale è la Vandea d'Italia, è per la classe diri– gente il serbatoio delle forze parlamentari _reazionarie; e questo non può esser molto piacevole per un partito rivoluzionario. Inoltre gli stessi cosid– detti socialisti meridionali non hanno mai data, salvo al solito le debite eccezioni, molto buona prova di sé. Io, meridionale, non posso non ricorda– re con un vero senso di angoscia gli spettacoli, a cui dovetti assistere du– rante il congresso di Firenze (1896). 9 Prima che si aprissero le sedute, era- 8 Dirigente dei fasci siciliani, condannato a quattordici anni di carcere. [N.d.C.] 9 Il IV Congresso nazionale del partito socialista (11-13 luglio 1896). [N.d.C.] BibliotecaGino Bianco 87

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