Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

I.A questione meridionale pieghi, cercano di mettersi al posto di quelli che son dentro; questi si di– fendono senza scrupoli come meglio possono. Alla turba dei disoccupati se ne aggiungono sempre nuovi, che ingrossano le file degli assalitori; e la guerra dura anni, ed è condotta avanti con la calunnia, con la lettera ano– nima, con la delazione, col tradimento. Quelli che sono riesciti a conquistarsi un reddito a carico del bilancio municipale, e quelli che vogliono conquistarselo, formano cosf due partiti amministrativi, per i quali la vittoria o la sconfitta nelle elezioni significano la conquista o la perdita del pane quotidiano. Questi partiti hanno bisogno naturalmente di una bandiera; la prendono dove la trovano. Si chiamano bianchi o rossi, della banda nuova o della banda vecchia, della tromba o del tamburo, di san Francesco o di sant' Antonio o che so io. Nei paesi di piccola proprietà, dove nessuna famiglia latifondista ha influenza, si arrischiano qualche volta a chiamarsi anche monarchici o radicali: i socialisti sono per ora appena alle primissime armi. Questo è certo prova di una cultura abbastanza progredita e di una coscienza poli– tica piuttosto sviluppata. Ma non bisogna lasciarsi ingannare dai nomi; quella brava gente non ci capisce nulla né di repubblica né di monarchia; non sono che partiti municipali ammantantisi, perché fa un bel vedere, nei paludamenti generali. 5 Nei paesi di latifondo, che sono la gran maggioranza, i partiti si met– tono sotto la protezione di due grandi famiglie, che sieno fra loro in urto per motivi privati. La famiglia, che capeggia un partito, designa il depu– tato nelle elezioni politiche; il partito vota disciplinatamente, senza do– mandare se il candidato è clericale, o monarchico, o anarchico, o cretino; il deputato, che è sempre monarchico militarista guerrafondaio,6 perché o è latifondista, o è creatura dei latifondisti, deve sostenere i suoi elettori a spada tratta, assicurar loro il godimento del potere amministrativo, servirsi della sua influenza sul potere centrale per ottenere dal prefetto, dal pretore, dal delegato appoggio contro il partito avversario. E mentre il deputato fa gli interessi dei latifondisti in Parlamento, il partito, che lo elegge, fa gl'interessi dei suoi adepti nel Consiglio comunale. Dominio dei latifondisti nella vita politica - dominio di una frazione 5 Citerò, per dimostrare le mie asserzioni, l'esempio di un comune meridionale di pic– cola proprietà, che credo di conoscere bene, e di cui non dirò il nome per non fare pettegolezzi. In questo comune nel 1860 il potere municipale fu occupato da un partito che si chiamò natu– ralmente di destra, perché al Governo era la destra; nel 1880 caddero i destri e salirono i sinistri; nel 1890 caddero i sinistri e salirono i radicali; ad ogni cambiamento di partito vennero licenziati in massa degl'impiegati; questo fu il solo cambiamento d'indirizzo. I radicali, dopo sette anni di governo, sono divisi in due partiti; quello della banda vecchia e quello della banda nuova. Per spiegare, poi, in che modo il corpo elettorale è composto, narrerò questo tipico aneddoto. Oggi è grande elettore del deputato radicale, anzi repubblicano intransigente, un signore che fino a tre anni addietro fu monarchico crispino feroce; la ragione di tale cambiamento è la seguente: il figlio di quel signore aveva commesso una enorme indisciplinatezza a scuola ed era stato espulso da tutte le scuole classiche del regno; la punizione fu revocata per intercessione del deputato repubblicano intransigente. Ergo il papà, diventò "ipso facto" anche lui repubblicano intransigente. ' Spessissimo è anche cretino. 83 BibliotecaGino Bianco

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