Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Movimento socialista e questione meridionale han fatto seguire ai propri figli la strada che ha seguito lui. Si apre cosi un nuovo periodo di sofferenze e di lotte piu atroci delle prime, in cui le fibre piu forti si fiaccano, i caratteri piu onesti e leali si piegano sotto il peso della ne_cessità.Il primo disonesto, che combatte la battaglia con armi disoneste, obbliga gli altri, anche onesti, ad adoperare le stesse armi, se non vogliono soccombere. E la lotta per l'esistenza assume un carattere di mostruosità, di ferocia, di pazzo accanimento, e la vita diventa uno spa– simo continuo, un inferno, di fronte al quale l'inferno vero sarebbe il piu desiderabile dei paradisi. Negli altri paesi questo male esiste; ma non è cosi acuto. 4 Inoltre nel Mezzogiorno esso assume un carattere tutto speciale degno di grande attenzione. Nel Settentrione la piccola borghe!;ia non è la sola classe che costituisca il corpo elettorale: essa ha da un lato la borghesia, dall'altro il proletariato, che combattono ognuno per conto loro; e le tre classi si controllano e si frenano a vicenda. Nell'Italia meridionale, invece, la borghesia non esiste; il proletariato non ha diritti politici: la classe che forma il corpo elettorale è la piccola borghesia. I latifondisti numericamente sono una infima minoranza, e per tenersi su hanno bisogno dei voti della piccola borghesia. Si ha cosf un'associa– zione fra latifondisti e piccoli borghesi, che è la chiave di volta di tutta la vita pubblica meridionale. I due alleati si distribuiscono da buoni amici il terreno da sfruttare: i latifondisti si prendono il Parlamento, e la piccola borghesia lavora nei Consigli comunali. In che modo i primi sfruttino il potere parlamentare, tutti sanno. In che modo sia sfruttato dai secondi il potere comunale, si può capire quando si ponga mente ai bisogni e alla miseria di tutto il proletariato intellettuale meridionale. Ogni professionista disoccupato o aspirante a impieghi cerca di diventare impiegato municipale. Il giovane munito di licenza tecnica aspira a un posto di scrivano municipale o di ispettore del. dazio consumo; il medico privo d'ammalati domanda una condotta; l'ingegnere disoccupa– to vuol entrare nell'ufficio tecnico municipale. Ogni posto di guardia da– ziaria, di maestro elementare, di guardia municipale, di acchiappacani, di bidello ha i suoi aspiranti. Ma gli aspiranti son troppi: cento cani intorno a un osso si lacerano furiosamente per strapparlo l'uno all'altro. Quelli che son fuori degli im- 4 La Lombardia e il Piemonte hanno 155,65 studenti èlassici per ogni 100.000 abitanti; il Napoletano ne ha 158,80, la Sicilia 177,92 (vedi "Bollettino d'istruzione pubblica," 2 ago– sto 1898). La differenza a prima vista, appare esigua. Ma va notato: 1) che l'analfabetismo nel Mezzodi è quasi doppio che nel Settentrione e che quindi relativamente al numero di tutti auelli che freauentano la scuola, gli studenti classici meridionali sono il doppio dei settentrio– nali; 2) che f bisogni superiori, a soddisfare i quali mirano le professioni liberali, sono nel Mezzogiorno, per la civiltà inferiore, molto minori che nel Settentrione; il che rappresenta per i professionisti meridionali ùna inferiorità di fronte ai settentrionali. Negli studi tecnici, invece, la Lombardia e il Piemonte danno 220,21 studenti_.per 100.000 abitanti, il Napoletano 82,95, la Sicilia 139 ,55. Nulla, forse, meglio di queste cifre dimostra la diversa condizione economica delle due sezioni italiane. 82 BibliotecaGino Bianco

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