Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Movimento socialista e questione meridionale sono che pn desideri degli studiosi. Ora ciò è possibile? E in che modo avverrà? Per rispondere a queste domande bisogna seguire un metodo a posteriori; bisogna analizzare la popolazione meridionale, vedere da quali classi sociali è costituita, esaminare di ogni classe sociale gl'interessi, le forze, le tradi– zioni, le condizioni intellettuali e morali, determinare quale atteggiamento ciascuna classe è portata ad assumere di fronte alle riforme politiche ed economiche, che gli studiosi dichiarano necessarie, e e.osi'. ricavare gli ele– menti utili alla soluzione del problema. Bisogna insomma fare del mate– rialismo storico. Tutto questo apparirà pericoloso o almeno inutile a quei radicali, che amano il materialismo come il fumo negli occhi; e sono idealisti della piu bell'acqua, e amano l'armonia delle classi sociali, e arriveranno anche nel– l'Italia meridionale alle tanto decantate riforme solo con la forza dell'elo– quenza e predicando la legge del dovere. Che bisogno c'è di parlare delle aborrite classi? I radicali si rivolgono al Popolo e sarà il Popolo indivisibile quello che anche nel Mezzogiorno risolverà il grande problema della giustizia. Aspetta cavallo! 3. La grande proprietà fondiaria Ab /ove pr.incipium. Sono i dominatori di oggi, discendono dai domi– natori di ieri; contro di essi si farà, se si farà, la riforma di domani. Quando si parla delle tre malattie dell'Italia meridionale, bisogna sem– pre ricordarsi che la classe dei latifondisti e dell'alta proprietà fondiaria è da siffatte malattie del tutto esente. Questo fatto ha una grande impor– tanza, perché spiega in gran parte come mai l'Italia meridionale non trovi in sé la forza per reagire contro i suoi mali. La ragione è che essa non è unita, non è solidale; quei mali, mentre opprimono la gran maggioranza della popolazione, riescono invece a tutto vantaggio di un'altra parte della popolazione, meno numerosa, ma piu influente, piu ricca, piu vicina al Go– verno centrale, la quale ha tutto l'interesse a conservare lo statu quo e a di– fendere con le unghie e gli artigli tutte le felicissime istituzioni presenti. Se l'Italia meridionale paga il 32 per cento del carico tributario, mentre possiede solo il 27 per cento della ricchezza totale del regno, bisogna no– tare che nel sistema tributario meridionale ha parte grandissima il dazio consumo, che è pagato dai contadini agglomerati nelle città, mentre nel re– sto d'Italia essi vivono sparsi per la campagna e dal dazio vanno esenti; quindi il maggior carico tributario è sopportato dal proletariato e non dai grandi proprietari, i quali pagano meno dei proprietari settentrionali. Pagano meno, perché la terra è tassata non in proporzione di quanto potrebbe produrre, ma di quanto produce; e siccome il latifondo produce 76 BibliotecaGino Bianco

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