Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Movimento socialista e questi·one meridionale mare la propria supremazia: i piccoli proprietari scomparvero, la campagna si spopolò, le terr~ comuni vennero usurpate, i diritti piu esosi vennero riscos– si dai feudatari divenuti sovrani nelle loro possessioni; e alla fine del secolo XV la rovina delle classi medie era definitivamente compiuta. La dominazione spagnuola non fece che aggravare la situazione aggiun– gendo ai nobili indigeni n9bili nuovi. Nobili normanni e svevi, nobili an– gioini, durazzeschi, aragonesi, spagnuoli, arricchitisi tutti con la conquista, con la violenza, col furto, col tradimento, ecco gl'illustri progenitori della mo– derna nobiltà meridionale. Per nessun altro paese e per nessun'altra classe so– ciale è maggiormente vero l'aforismo proudoniamo: "la propriété c'est un 1 ,, :vo• 2. Si può rimediare? Alle tre malattie, che abbiamo fuggevolmente descritto, ossia la malat– tia dello Stato accentratore, la oppressione economica in cui l'Italia meridio– nale è tenuta dall'Italia settentrionale, e infine la struttura sociale semifeu– dale, è possibile recare un rimedio? Questa domanda apparirà senza dubbio molto strana a quei lettori, che conoscono gl'infiniti studi che sono stati fatti in questi ultimi quarant'anni sull'Italia meridionale da pensatori di tutte le scuole. E come tutti gli studio– si sono piu o meno d'accordo nel descrivere i mali, cosI tutti sono d'accordo nel prescrivere _i rimedi. Chi non li conosce ormai i rimedi necessari a risa– nare la vita meridionale, dopo che per un anno intero, per tutto il 1894, dopo i tumulti siciliani, tutti i giornali italiani e molti esteri si occuparono della questione, e molti volumi furono pubblicati sull'argomento? L'Italia meri– dionale ha bisogno di un Governo che non la opprima sotto il peso delle imposte, e quindi è necessario che tutta la politica italiana si riformi; ha bi– sogno di un Governo, che segua una politica di giustizia,distributiva e non aggravi la mano sul Mezzogiorno a favore del Settentrione; è necessario che venga rispettata la giustizia nelle relazioni fra proprietari e" lavoratori, che venga combattutto l'absenteismo, che sieno ricuperati i demani usurpati, che si coltivino i latifondi, che si costruiscano strade, ecc. ecc. Tutte belle cose. Ma a me pare che finora, se sono stati studiati benissimo i rimedi, non sia stato ancora detto chi rimedierà. In generale gli studiosi del problema meridionale questa domanda non se la metton mai o rispondono subito con una parola bisillaba: lo Stato! Quando han cosI risposto, credono di aver accomodato tutto; e buttan fuori delle eloquenti concioni sul dovere, ·che ha lo Stato di rendere finalmente giustizia a quelle popolazioni nobili, patriottiche, ecc. E lo Stato fa il sordo. E gli studiosi continuano nelle loro concioni eloquentissime. Lo Stato italiano attuale non farà mai nulla, come non ha fatto finora 74 BibliotecaGino Bianco

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