Gaetano Salvemini - Il ministro della mala vita e altri scritti sull'età giolittiana

ll ministro della mala vita simpatico, e certo ne fa un essere infinitamente meno spregevole dei malfattori settentrionali, che se ne servono e lo sostengono scroccando la nomea di galantuomini, nel suo cinismo quasi coraggioso Vito De Bellis diceva una profondissima verità. Giolitti, che a prima vista sembra il dittatore della maggioranza, in realtà è il servo e lo strumento dei deputati della maggior~nza; i quali intanto gli hanno conferita la dittatura, in quanto sanno che questa dittatura, sarà esercitata a tutela dei loro interessi. È il loro capo: dunque deve servirli. 5. sz· avvidna la tempesta Qualche settimana prima delle elezioni dei 7 marzo 1909 commciarono a manifestarsi i segni della battaglia. Erano parole tronche, cenni caratteristici, piccoli segni silenziosi: "La forza pubblica sarà con noi, e... zitti! " La forza pubblica a poco a poco arrivava: soldati e carabinieri; e delegati; e questurini in divisa e travestiti: tutti agli ordini del famoso Prina, colui che s'immortalò a Milano nelle giornate funeste del 1898. 4 his Allora era delegato; oggi è ispettore e cavaliere. Ha fatto carriera. Ma poiché il cav. Prina non sarebbe tollerato nell'Italia settentrionale, Giovanni Giolitti, lo ha aggregato alla " sezione dei delegati specialisti in operazioni elettorali" per il Mezzogiorno dell'Italia libera, indipendente ed una. Nelle sue gesta il cav. Prina s~ fa assistere da un grosso cane, che non l'abbandona mai. Lo stato d'animo di questi tutori dell'ordine giolittiano, o debellista che dir si voglia, ci può essere documentato dalle parole, che in quei giorni diceva a Bari il prefetto .della provincia al dott. cav. Duranti: "Se De Bellis non vince l'elezione, io sono un uomo rovinato. De Béllis deve riuscire ad ogni costo; quando pure non avesse un voto, deve riuscire." Il 23 febbraio giunse sul teatro della guerra l'on. De Bellis. Il giorno stesso cominciarono le operazioni militari. Un partigiano del De Luca Resta, certo Pellicoro Vito, fu aggredito nella pubblica strada da una band~ di debellisti, alla presenza di parecchi questurini inerti. Un nipote dell'aggredito accorse alle difese. A questo punto i questurini sentirono· il dovere di mantenere l'ordine pubblico. Cioè, lasciarono andar tranquilli gli aggressori, e afferrarono il difensore nuovo venuto, e vollero accertarsi, con diligentissima perquisizione, che non portasse apdosso armi proibite. Il di4 bis Ettore Prina era viceispettore delegato di polizia a Milano al tempo delle sanguinose giornate del maggio 1898, e si era allora reso celebre per i metodi inumani da lui seguiti negli interrogatori e nelle repression~ (cfr. P. V ALERA, Le terribili giornate del Maggio '98. · Storia documentata, Milano, Casa Ed. La Folla, s.d., pp. 103 n.). [N.d.C.] 77 BibliotecaGinoBianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==