Gaetano Salvemini - Il ministro della mala vita e altri scritti sull'età giolittiana

Parlamento, governo ed elezioni meridionali nell'Italia giolittiana 4. l pericoli aumentano Nel 1905 il partito De Bellis conquistò in Gioia l'amministrazione comunale. La sua lista ebbe fra i 704 e i 530 voti.; la lista avversaria ebbe fra i 504 e i 346 voti. Questa battaglia, però, dimostrava non solo la "pastetta" avvenuta nelle elezioni politiche del 1904, in cui tutto il partito antidebellista fu livragato, ma anche la resistenza tenace del partito antidebellista. Il quale nelle elezioni amministrative del luglio 1908 per il rinnovamento del terzo riconquistava la vittoria con 550 voti, mentre il partito di De Bellis raccoglieva 500 voti; e la lista socialista raggranellava 250 voti. La giunta debellista, che aveva tuttora la maggioranza coi due terzi di consiglieri non usciti d'ufficio e la minoranza del nuovo terzo, rimase impavida al suo posto; ma questo non evitava che la maggioranza del corpo elettorale fosse contraria ad essa ed al suo patrono. E questa era per le elezioni politiche una mrnaccta grave. Negli altri paesi del collegio la ostilità contro De Bellis era aumentata. Nel 1906, 375 dei 723 elettori iscritti di Santeramo avevano inviato al presidente della Camera un indirizzo in cui " stigmatizzavano l'inqualificabile operato del De Bellis e lo invita\rano a dimettersi da deputato," dopo che egli, solo fra i deputati pugliesi, aveva dato voto di fiducia al governo Fortis nella questione del modus vivendi con la Spagna. 4 Le sorti elettorali di Vito De Bellis erano disperate. In alto, però, Giovanni Giolitti vegliava su di lui. Vito De Bellis non è un uomo: è un simbolo, è un individuo rappresentativo, è un'istituzione. Vito De Bellis è il giolittismo. Se un giolittiano cosf fedele cade, la banda giolittiana non avrà piu nel dittatore di Dronero la cieca fiducia di prima. Tutta la forza di Giovanni Giolitti sta qui: nell'assicurare i suoi seguaci, che solo con lui possono tutto sperare, che nessuno meglio di lui può proteggerli ed assicurarli. La sconfitta di De Bellis dimostrerebbe che il dittatore non è cosf onnipotente come si crede. Il prestigio di Giovanni Giolitti, il solo prestigio che nella sua nullità intellettuale e morale egli possa desiderare, e su cui, data la nullità intellettuale e morale dei suoi clienti, egli possa contare, quel prestigio sarebbe diminuito, sarebbe annientato: il giolittismo barcollerebbe sulle sue basi. "Non sono io che ho bisogno di Giolitti; è Giolitti che ha bisogno di me, " diceva in Bari Vito De Bellis, mentre si accingeva ad andare a Gioia a dirigere la lotta elettorale, per cui aveva ottenuto a Roma "carta bianca." E nel suo cinismo gioviale e rumoroso, che a momenti lo rende quasi 4 Riferimento alla discussione parlamentare intorno al R.D. 18 novembre 1905 per l'esecuzione dell'accordo commerciale tra l'Italia e la Spagna; in conseguenza di esso veniva ridotto il dazio sui vini spagnoli, con evidente pregiudizio per gli interessi delle zone vinicole italiane. [N.d.C.] BibliotecaGinoBianco

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