Gaetano Salvemini - Il ministro della mala vita e altri scritti sull'età giolittiana

I \ Parlamento, governo ed elezioni meridionali nell'Italia giolittia11a sione~ben sapendo che contro la volontà del pr_efetto è inutile lottare. Quand'ecco all'ultima ora la città è invasa dai soldati: il partito Lioy è avvisato che il campo gli resta libero, esce dall'astensione, sotto gli occhi dei soldati e dei delegati inerti assale furiosamente gli avversari, impedisce ad essi di votare, e vince con una strabocchevole maggioranza. · La impressione prodotta in Puglia da questi fatti è stata immensa: ora• mai possiamo prevedere con quali metodi l' on. Giolitti farà le elezioni generali. Molti si domandano: le elezioni non sarebbe meglio sopprimerle? Per• ché i consiglieri comunali, i sindaci e i deputati non li nomina lui a Roma il ministro degl'Interni? Sarebbe tanto di guadagnato, se non per la dignità, almeno per la pace di questi poveri paesi; sarebbe sopratutto tanto di gua• dagnato per la sincerità, e al governo resterebbe intera la responsabilità della miseria economica e morale delle nostre popolazioni. Sarebbe, per altro, ingiusta esagerazione far dipendere tutti i mali del Mezzodi dall'opera del governo. La vita meridionale è tutta profondamente malata, e il governo centrale non fa se non approfittare dei mali nostri per opprimerci e corromperci di piu. La prova di questa affermazione ci è data dalle elezioni amministrative di Molfetta, in cui il governo ha mantenuta una quasi completa neutralità; e pur senza l'aiuto attivo del governo sono riesciti a prevalere gli elementi pegg10n. A Molfetta nelle elezioni parziali di domenica 17 luglio dovevano nominarsi 14 consiglieri. Mentre nelle elezioni generali del marzo 1902 si erano presentate due sole liste, quella dei clerico-moderati e quella dei partiti popolari, questa volta le liste erano tre: la lista dei conservatori, la lista dei cosi detti repubblicani, la lista dei partiti popolari, cioè di un gruppo di radicali e repubblicani alleati coi socialisti in difesa dell'amministrazione comunale uscita dalle elezioni del 1902. L'amministrazione, formata di persone di provata fede democratica e capitanata dal sindaco avv. Francesco Picca,2 era difesa dai socialisti, perché in due anni di governo ha abolita la cinta daziaria, riducendo da L. 7,50 all'ettolitro a L. 5 il dazio sul vino, che non s'è potuto abolire nel comune aperto; ha istituito la tassa progressiva; ha istituita la refezione scolastica; ha aperto una farmacia municipale; ha portato a L. 2400 lo stipendio dei medici condotti, nominandoli in seguito a regolare concorso e non coi vec• chi criteri di solidarietà di partito; ha iniziato una inchiesta sulle opere pie e già erano stati scoperti in un Monte di beneficenza alcuni disordini gra• v1ss1m1. 2 Picca Francesco Saverio (1861-1934), ricco avvocato di Molfetta, amico ed ospite di Salvemini; dapprima boviano, capeggiò nelle elezioni amministrative del 1902 una lista il cui programma era stato elaborato ed illustrato da Salvemini. Fu sindaco di Molfetta e consigliere provinciale dal 1902 al 1904. [N.à.C.] BibliotecaGinoBianco

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