Gaetano Salvemini - Il ministro della mala vita e altri scritti sull'età giolittiana

Vacanze parlamentari pazza gioia per festeggiare il grande avvènimento. Tirando dunque le somme, su dodici mesi il nostro nazionale parlamento resta aperto al massimo cinque mesi dell'anno; dai. quali cinque mesi, sottratto un mese di vacanze domenicali o estravaganti, restano quattro mesi di vero lavoro. In questo breve periodo bisogna discutere dieci bilanci preventivi e dieci consuntivi: calcolando in media sei giorni per ciascun preventivo e uno per ciascun consuntivo, troviamo settanta giorni, che si debbono dedicare a un lavoro, che teoricamente sarebbe la manifestazione piu alta della sovranità, praticamente si riduce il piu delle volte a una arida discu~sione di articoli galoppanti l'un dietro l'altro, ognuno dei quali dà modo ai deputati di fare dei discorsetti d'interesse locale destinati a venire distribuiti in estratti dagli atti parlamentari - molto economici ·- agli elettori del collegio. Resterebbero cinquanta giorni dedicabili alla discussionè di nuove leggi, alle interpellanze, alle mozioni sulle grandi questioni politiche; sarebbero pochi in verità; ma bisogna considerare che almeno' venti giorni vengono perduti nel rinnovare tutti gli uffici a ogni cambiamento di sessione, nel discutere il bilancio interno della Camera, nell'ascoltare la esposizione finanziaria che per lo piu contiene una serie di menzogne, nell'approvare piccoli disegni di legge d'interesse tfltrasecondario. Resta cos1 per il grande lavoro legislativo e politico la elemosina di una trentina di giorni. Durante i quali parrebbe che i signori deputati dovrebbero ammazzarsi a lavorare, a discutere, ad approvare. Neanche per ombra. Le interpellanze dell'Estrema Sinistra il ministero non le accetta mai; le mozioni le rimanda sempre a sei mesi; ogni legge importante richiede mesi e mesi. di lavoro nelle Commissioni e ad ogni cambiamento di sessione le Commissioni decadono e il loro lavoro va in fumo, e quindi gli studi non sono mai pronti per mancanza di tempo, e le leggi importanti non si discuton mai. Cosf si vede che il Parlamento, anche nei giorni in cui dovrebbe lavorare, non fa nulla di nulla, e le sedute si sieguono fiacche, deserte, dormigliose. Di tanto in tanto, quando c'era il buon Imbriani,1 un urlo scuoteva i dormienti; ora anche quell'urlo non c'è piu. Il Parlamento nella_attuale vita politica italiana esiste, di nome, ma non di fatto. Chi ci guadagna in questo stato di cose, è il governo. Per otto mesi dell'anno il controllo parlamentare è del tutto abolito; per quattro mesi è impossibile; cosf il governo resta libero di fare quel che gli pare e piace. In Italia noi abbiamo il governo assoluto mascherato con le forme del governo -costituzionale. La maggioranza parlamentare reazionaria di destra e di sinistra non trova nulla da criticare in questo bel sistema di governo; purché il ministro degl'interni mantenga l'ordine; legalmente se può, ma mantenga l'ordine; purché il presidente della Camera trovi di tanto in tanto nelle sedute un ritaglio di tempo per far votare i privilegi alle acciaierie, i premi alla marina 1 Imbriani-Poerio Matteo Renato ( 1843.-1927 ), deputato di Bari II e Corato per le legislature XVI-XXI; capo del movimento irredentista italiano, noto per la sua irruenza parlamentare. [N.cl.C.] 13 Biblioteca Gino Bianco

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