Gaetano Salvemini - Il ministro della mala vita e altri scritti sull'età giolittiana

Parlamento, governo ed elezioni meridionali nell'Italia giolittiana eccedendo con atti arbitrari i limiti delle sue attribuzioni, vengono meno i 1·eati di violenza e resistenza e di oltraggio, si deve dichiarare non farsi luogo a procedimento penale contro il Giordano per inesistenza di tale reato. Resta il porto ingiustificato di strumento atto ad offendere ammesso dallo stesso giudicabile, il quale perciò deve essere condannato ad una pena che può fissarsi in giorni sei di arresto e alle spese processuali. 10. E sempre il delegato Covelli! Dopo di che noi potremmo supporre di essere proprio giunti alla fine della gesta dell'antico e fedele alunno dei professori universitari Majorana. Ma c'inganniamo a partito. Il 15 marzo ultimo - racconta la sentenza del Tribunale di Catania del 13 settembre 1909 già citata - in Licata essendosi formata in piazza Progresso una dimostrazione ostile ad uno dei candidati politici, 41 il Covelli, che si trovava in missione, con l'aiuto di alcuni agenti della pubblica forza, attendeva al mantenimento dell'ordine; e poiché la truppa aveva formato un quadrato ed un tale Lauria Salvatore cercava di attraversarlo, fu necessità agli agenti di respingerlo con la forza. Nelle stesse circostanze mentre il Covelli e gli agenti attendevano al mantenimento dell'ordine, da un balcone prospiciente alla piazza, vennero pronunciate parole ingiuriose al loro indirizzo; e poiché il Covelli credette che le parole fossero state pronunciate da Sapio Salvatore, redasse contro di lui verbale per oltraggio. A sua volta il Sapio si querelava per ingiurie e minaccia a mano armata di bastone, asserendo che il Covelli, pregato da lui perché avvertisse le guardie a non percuotere il Lauria, agitando il bastone alla direzione di lui, lo aveva ingiuriato dicendo: Scenda, se lia coraggio, vile e disgraziato! Contro il Covelli e gli agenti si querelò il Lauria per lesioni volontarie lievissime. Per queste denuncie e querele, il tribunale, considerando "le contraddizioni e le discordanze fra i testi e le esagerazioni causate dalle passioni politiche"; considerando che il Lauria, cercando di attraversare il quadrato dei soldati, "dimostrava idee poco rispettose agli ordini dell'autorità" e perciò non poteva "pretendere maniere piu gentili"; considerando che le parole gridate dal Covelli contro il Sapio: Scenda, se ha coraggio, vile e disgrazi'ato, "non costituiscono né ingiuria, né minaccia di ingiusto danno, ma bensi un'ingiunzione di desistere da un contegno criminoso, fatta legittimamente dal delegato, nell'impossibilità di procedere per circostanze speciali all'arresto di coloro, che sfogarono la loro ira di' partùo con lo insultare gli' agenti dell'ordine "; considerando che di questo " contegno criminoso, " cioè delle parole ingiurios.e lanciate contro il delegato dal balcone non fu provato essere responsabile personalmente il Sapio; mandò liberi tutti. • 1 Cioè al governativo prof. Dante Majorana. n6 BibliotecaGinoBianco

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