Gaetano Salvemini - Il ministro della mala vita e altri scritti sull'età giolittiana

ft Il ministro della mala vito dunque gli s1 mettevano fra i piedi? Volentieri avrebbe visto i socialisti votare per il loro candidato, e li avrebbe rispettati: ma dopo la loro alleanza con l'Agraria li avrebbe combattuti senza riguardi." 12 1 1. Il delegato elettorale Il compagno cosciente di Acquaviva non aveva ancora finito di parlare, che la stanza dell'albergo fu invasa da una diecina cl~ persone. Innanzi a tutti si avanzò un grosso signore, che si dette a conoscere per il delegato Cantoro. E sulla porta c'era una vera folla. "Da parte del commissario cav. Prina, vengo a comunicar loro che nel paese si è determinato un grande fermento alla notizia del loro arrivo. Il paese crede che loro sieno venuti a metter su i contadini. Il cav. Prina li co?siglia a partire stasera stessa, col primo treno. Li prega di non metterlo in condizione di doverli mandar via col foglio di via. Qui c'è il pericolo di una strage. " "La preghiamo di ringraziare il cav. Prina della sua cortese comunicazione. Noi avremmo il diritto di metter su i contadini, se credessimo che fosse il caso. E il cav. Prina avrebbe il dovere di tutelare questo nostro diritto. M~ non abbiamo questa intenzione. Noi partiremo lunedf sera. Il cav. Prina prenda le misure necessarie, affinché noi possiamo circolare liberamente giorno e notte per le vie della città. " 12. Il proletari'o intellettuale Il delegato Cantoro, che sembra piuttosto seccato della parte che è costretto a fare, resta disorientato. Insiste. Insistiamo. Alla fine si ritira, lasciando dietro a sé nella nostra stanza due signori, i quali si inchinano, scodinzolando. L'uno dice di essere l'avv. Michele Castellaneta. Suo padre "si costituf" al tempo della cuccagna bancaria. E aspetta dal municipio, amministrato dai debellisti, un "compenso di opera prestata come capo 12 Il racconto del dott. De Bellis è confermato pienamente nella Memoria alla giunta delle elezioni dei due avvocati dell'on. De Bellis, i quali cosi ingenuamente commentano (pp. 27-28) la proposta del Pignatelli: " Sicché il Pignatelli metteva delle condizioni precise per sostenere una candidatura del suo partito, e quello che è piu classico, provvedeva agli interessi del marchese, richiedendo una rappresentanza di costui nei seggi definitivi. Questa proposta era da truffaldino, e non poteva ottenere l'assenso del De Bellis, che dall'attuazione della proposta sarebbe stato il truffato. " Strano modo di concepire come truffa la regolarità delle operazioni elettorali. BibliotecaGinoBianco

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