Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

La distruzione de/l'impero Grecia, gli annunciò. 'Ho speso 150.000.000 di lire per comperare i greci che occupa– no le posizioni chiave. Essi non opporranno resistenza. Quante divisioni avete in Alba– nia pronte ad avanzare? Quante ve ne occorrono per una occupazione?' "'Sette sono pronte,' disse il Maresciallo Badoglio, 'Sono sufficienti se siete sicuro che i greci non faranno alcuna resistenza. Ma preferisco essere sicuro. Vorrei avere al– tre dieci divisioni.' "'Ci vorrà molto tempo?' domandò il Duce. "'Mesi,' fu la replica. "' Allora non possiamo aspettare,' disse Mussolini." In altre parole, Badoglio fece ricorso alla sua vecchia tecnica: anzitutto metten– do avanti tutti i dati che potevano sconsigliare l'avventura, coprendo cos1 se stesso in caso di fallimento, poi imbarcandosi nell'avventura e attribuendosene il merito in caso di vittoria. In ogni modo la responsabilità per il baratro dei disastri militari e morali, in cui il paese venne gettato deve essere attribuito non solo a Badoglio e Graziani, ma a Mus– solini stesso. Chi per anni aveva nominato Badoglio, Graziani e gli altri capi dell'eser– cito, della marina e dell'aeronautica? Mussolini. Per anni era stato il ministro di tutti i Ministeri. La principale e maggiore respon,sabilità di tutto quello che era avvenuto spettava a lui. Egli avrebbe reclamato la gloria della vittoria. Egli deve portare l'infa– mia della disfatta. A parte quello che riguarda la responsabilità, vi è una const,atazione che può es– sere fatta con tutta sicurezza, e cioè che fin dal 1941, come conseguenza della situa– zione militare disastr9sa e della inquietudine che stava diffondendosi nel paese, alcuni dei capi militari cominciarono a pensare se per caso non erano montati sul cavallo sbagliato. Questa nuova situazione fece pensare a molti sonnambuli in Inghilterra e in America - ed essi continuano a farlo anche oggi, (maggio 1942) - che nuovi svi– luppi potessero prodursi in Italia. Il Re potrebbe essere influenzato dai capi dell'esercito ad adottare un atteggiamento piu virile verso Mussolini e l'Italia, potrebbe separarsi da Hitler e fare pace separata con l'Inghilterra. Questi sono vaneggiamenti balordi. Il Re non farà mai nulla che richieda la mi– nima iniziativa. L'uomo è completamente rimbambito causa la vecchiaia. Alla sera la sua sposa lo tiene occupato giocando una partita a carte che corrisponde allo "Slap-Jack" americano. Egli è l'uomo dimenticato dell'Italia, l'ultimo dei Merovingi. E la sua sposa parla in tedesco ai diplomatici stranieri, che potrebbero trovare piu facile parlare in in– glese o in francese. Il signor Whitaker, che era in intimi rapporti coi parrucconi fasci– sti, nella primavera del 1941, scrisse: "Un principe che ha fatto parte della famiglia reale ha detto: 'Il Re è peggio di un gagà. È un vecchio cinico, egoista, immondo. Non si cura affatto dell'Italia o del popolo italiano, ma solo del suo trono.' Non è mai intervenuto a favore della nazione contro Mussolini. Una volta mi disse: 'Io sto con Mussolini perché, abbia ragione o no, è fortunato.' Questo era quello che doveva fare un monarca per servire il suo popolo. Tutto quello di cui aveva bisogno era di risparmiarsi fastidi. Con una simile concezione dei suoi doveri Vittorio Emanuele ha distrutto la sua nazione e la sua casa nella terza generazione dell'Italia. Questa conversazione potrebbe essere ripetuta centinaia di volte." I colonnelli Blimps del Ministero degli esteri inglese sono pateticamente esenti da inquietudini nel loro culto per i cadaveri dei reali europei. Cos1 nella primavera del 1941 cominciarono a nutrire l'idea che un Re adatto per l'Italia potesse essere trovato nella persona del Duca d'Aosta. Dopo che questi mori di tubercolosi, passarono ad un altro candidato e cominciarono ad esaltare il Principe ereditario, il "Simbolo." In con– seguenza fummo indotti a credere che i dominanti fascisti stavano facendo ogni pressio– ne per trattenere il Re dall'abdicare, "perché sapevano bene che se il Principe di Pie– monte gli fosse succeduto, avrebbe immediatamente rivolto un appello al popolo in un 801 52 B101oteca Gino Bianco

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