Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Bib Preludio alla suond/f. guerra mondiale la politica filomussoliniana di Londra e di Parigi.2 La sola cosa che Stalin chiedeva era che la pace restasse indivisibile in Europa, e che Mussolini mantenesse l'intesa con la Francia nel cosf detto "Fronte di Stresa." Que– sto spiega pure perché in Francia il compagno Thorez consentisse con tanta buona grazia all'abbandono delle sanzioni contro l'Italia (v. sopra, p. 629). Finché c'era qualche speranza di mantenere il fronte di Stresa, non si doveva far nulla per distruggerlo. Ma già nel gennaio 1936 Molotov, allora Presidente del Consiglio dei Commissari del Popolo, osservò che "certe grandi potenze considerate una volta partigiane della sicurezza collettiva e della Società delle Nazioni, si mostravano esistanti a definire la loro posizione." Anche Litvinov osservò, nel Consiglio della Società (17 marzo), che Hitler mirava a dividere l'Eu– ropa in due o piu parti "con lo scopo di garantire la non-aggressione per una parte d'Europa per acquistare mano libera onde agire in altre parti"; tutto l'insieme delle proposte e delle dichiarazioni di Hitler mirava a formare una coalizione contro la Russia. H. Denny, corrispondente da Mosca del New York Times, rifed (6-IV) che dietro lo schermo del silenzio, a Mosca pensavano seriamente all'avve– nire per quanto riguardava l'U.R.S.S. In conversazioni private con fun– zionari sovietici e diplomatici stranieri, tutti convenivano nel ritenere che la Germania non poteva avere che un solo scopo: rendere sicuri i suoi confini occidentali per potere al momento opportuno muovere verso l'Est senza complicazioni nell'Occidente. Osservatori in Russia calcolavano ·che Hitler non sarebbe stato pronto ad una guerra su vasta scala per altri due anni almeno, e speculavi sul fatto che una gran parte dell'opinione pubblica e delle classi dirigenti in Gran Bretagna era disposta a fare molte 2 La Russia sovtettca occupa il secondo posto dopo la Gran Bretagna fra le nazioni odiate da Villari. Costui afferma che la Russia sovietica secondò la "fiera ed inflessibile politica del Go– verno britannico perché "la Russia vide una probabilità di provocare un collasso del fascismo e lo scoppio di un'altra guerra mondiale" (p. 185). Ma a p. 197 ammette che l'atteggiamento della Russia fu anche dettato "in parte dal desiderio di assicurarsi l'appoggio britannico e francese nel caso di un'aggressione tedesca verso l'est; Litvinov disse al delegato italiano a Ginevra che la Russia non aveva mire contro l'Italia." Dalla stessa pagina apprendiamo che un alto funzionario del Ministero degli esteri russo '~ercò di spiegare l'atteggiamento russo come un modo di di– mostrare che la Società delle Nazioni sarebbe stata in grado di agire se e quando la Russia so– vietica avesse avuto bisogno del suo aiuto"; negò che ci fosse un'intesa tra Londra e Mosca riguardo al conflitto etiopico, e affermò che il suo paese "non nutriva se non sentimenti cordiali per l'Italia" pur intendendo restar fedele alla Società delle Nazioni. A p. 198 troviamo che il "Journal de Moscou" nel numero del 1° novembre 1935 era d'opinione che fosse inopportuno estendere le sanzioni. Litvinov dichiarò che quest'articolo esprimeva le sue idee sull'argomento, e Villari spie– gava che il Governo di Mosca era pronto ad applicare l'embargo sul petrolio "se tutti gli altri paesi produttori di petrolio, indipendentemente dal fatto dell'essere o no membri della Società delle Nazioni, fossero stati d'accordo di applicarlo, cosa alquanto difficile - se non addirittura impossibile." Infine, a pp. 249-250, veniamo informati che il 25 marzo 1936, Litvinov, in una conversazione con Grandi, "espresse la convinzione che l'applicazione di sanzioni fosse d'ora in poi impossibile"; "lui non credeva che il Comitato avrebbe tolto le sanzioni immediatamente, ma presto o tardi si sarebbe arrivati a questo." "Promise d'insistere perché il Comitato approvasse il principio che si dovessero svolgere negoziati diretti tra Italia ed Etiopia, fuori della Società delle Nazioni per far capire chiaramente al Negus che non poteva piu contare sulla Società delle Nazioni"; "mantenne la promessa, dimostrando piu coraggio del delegato francese"; "disse inoltre a Grandi che l'unica soluzione per l'Italia era di occupare l'Etiopia con la forza senza chiedere alla Società di ratificare o riconoscere il fait accompli." Erano questi mezzi efficaci per provocare la caduta del fascismo e un'altra guerra mondiale? 680 Gino Bianco

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