Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

La risurrezione dell'Impero romano Secondo Augur (NYT. 3-V), Eden sarebbe stato in fondo contento se Hailé Selassié avesse immediatamente chiesto la pace, evitando cosi la distruzione del proprio impero. A Mussolini sarebbe stato concesso di con– servare i frutti della vittoria, e la Società si sarebbe lavate le mani del conflitto. Ma Hailé Selassié era scappato da Addis Abeba a Gibuti. Non c'era piu un Governo etiopico con cui Mussolini potesse concludere la pace. Un giornalista turco a Londra attribuf a Eden l'accusa che "quei maledetti negri avevano tradito la Società delle Nazioni." L'unica cosa che potesse ora fare il Ministero degli esteri britannico, era di tenere in serbo Hailé Selassié fino a quando potesse servire di nuovo. Tre vie erano aperte ora alla Società delle Nazioni: Essa può decidere di riconoscere il fatto compiuto, e togliere le sanzioni. Può de- / cidere di mantenere in vigore le sanzioni, finché l'Italia si pieghi alla sua autorità, e con- senta a negoziare un accordo sul problema dell'Africa Orientale nello spirito del Patto. O finalmente può approvare delle disposizioni drastiche per indurre a patti l'Italia, per esempio la chiusura del Canale di Suez. La maggior parte della gente in Italia pensa che la Società verrà alla conclusione che non c'è piu niente da fare per salvare l'Etiopia, e, con l'abolizione delle sanzioni, ammetterà tacitamente che le misure coercitive sono fallite (CoRn:s1, NYT. 3-V). Il 5 maggio Mussolini proclamò "al popolo italiano e al mondo" "il semplice, irrevocabile e definitivo fatto che l'Etiopia era italiana." Tutta l'Etiopia fu posta sotto la "piena e intera" sovranità del Regno d'Italia, e il Re d'Italia assumeva per sé e per i suoi successori il titolo di "Impe– ratore d'Etiopia," aggiungendolo al titolo di Re d'Italia. Nell'annunciare queste decisioni dal balcone di Palazzo Venezia, Mussolini disse: "Tutti i nodi sono stati tagliati dalla nostra scintillante spada"; "il popolo d'Italia ha creato l'Impero, e lo difenderà contro tutti con la forza delle armi"; "con questa suprema certezza levate alti i vostri stendardi, le vostre armi e i vostri cuori, e salutate dopo quindici secoli la rinascita dell'Impero sm colli fatali di Roma" (9 maggio). Un mese dopo telegrafò a Graziani, Viceré d'Etiopia: 2 giugno: Tutti i ribelli fatti prigionieri devono essere fucilati. - 8 giugno: Usate gas per eliminare i ribelli. - 8 luglio: Ancora una volta autorizzo Vostra Eccellenza ad iniziare é attuare sistematicamente una politica di terrore e di sterminio contro i ribelli e i loro complici civili. Se non si applicherà la legge dei dieci occhi per un occhio, la ferita non guarirà. 6 Graziani s'era già immortalato in Libia, e non aveva bisogno d'istru– zioni per sapere in qual modo si importa la "civiltà" nei paesi "barbari." benevolo." Avrebbe potuto seguire le orme del Bey di Tunisi, del Sultano del Marocco o dei prin– cipi indiani, i quali avevano "conservato la loro dignità, la loro autorità e le loro ricchezze - queste ultime anzi furono accresciute e rese piu sicure." 6 "Oui," 11-1-'48. 621 Bibloteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=