Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Capitolo cinquantanovesimo La tempesta Il piano Hoare-Laval era una grande vittoria per Mussolini. Prima di tutto sconvolgeva il calendario delle sanzioni (FEis, p. 263). Inoltre era ri– conosciuto al Duce il diritto di annettersi mezza Etiopia. Come scrisse l'or– gano italiano fascista in Francia, La Nuova Italia (12-XII), l'offerta dimo– strava che "le due grandi potenze sapevano che l'Italia non era l'aggres– sore." "Non abbiamo mai sentito che si facciano proposte concilianti ad aggressori." Se Mussolini avesse accettato il piano, gli elettori inglesi e la Camera dei Comuni si sarebbero trovati di fronte ad un fatto compiuto. Ne sarebbe venuta la pace, e la pace, anche se è una cattiva pace, è sempre pre– feribile alla guerra, - specialmente se altri pagano le spese. Il piano fu portato a Londra da Peterson per ottenere l'approvazione del Gabinetto. Doveva restare segreto finché non fosse stato accettato da tutte le parti. Baldwin, secondo Toynbee, "per quanto meravigliato e turbato" per le concessioni fatte da Hoare a Lavai, le approvò per rispetto al collega. Anche Feiling afferma che Baldwin e i suoi colleghi accettarono quelle condizioni "con grande scontento." E dal diario di Neville Chamberlain apprendiamo che lui non aveva nessuna idea che si trattasse di "concrete proposte di pace. ,, Io credevo, e, per quanto ne sapessi, anche i miei colleghi credettero che in Parigi sarebbe stato solamente concordato un piano, grazie al quale la Società delle Nazioni non pregiudicasse le possibilità di una soluzione favorevole, col mettere in moto in quel momento una nuova sanzione particolarmente provocatoria (FEILING, p. 274). Neville Chamberlain, occupato dagli affari del suo Ministero, probabil– mente non era informato su tutti i dettagli dei negoziati Londra-Parigi. Ma il piano Hoare-Laval non spuntò una bella notte come un fungo. Lo stesso Feiling afferma (p. 273) che fino dall'ottobre funzionari inglesi avevano la– vorato a Parigi per compilare un piano di pace. L'opera di Sir Samuel Hoare a Parigi fu lo sbocco di tutto quanto era stato fatto col pieno con- I 566 Bibloteca Gino Bianco

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