Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Capitolo cinquantesimo Il principio della fine Se dobbiamo credere ad Aloisi, lui, nel settembre 1935, andò a Ginevra col proposito di persuadere il Consiglio della Società ad allargare le conces– sioni fatte un mese prima "cosf che fosse possibile istituire in Abissinia un regime di collaborazione con l'Italia, che avrebbe avuto non solo il con– senso ma l'appoggio dell'Inghilterra e della Francia." Mussolini avrebbe:; potuto ottenere dalla Società tutte le concessioni praticamente importanti che voleva, se avesse seguito una politica di cooperazione con la Società, anziché di sfida. Perciò Aloisi fece tutto quanto poté per evitare che Mus– solini dichiarasse la guerra contro l'Abissinia, rompendola cosf con la So– cietà delle Nazioni. Egli aveva persuaso M~ssolini a presentare la even– tuale azione militare contro l'Abissinia come una "reazione legittima" per i suoi atti di aggressione. L'idea di far passare l'Abissinia come l'ag– gressore trovava favore fra i delegati della Piccola Intesa e dei paesi balcani– ci. Anche il delegato della Russia sovietica, Litvinov, come abbiamo visto, fu pronto a sostenere la sua parte. Dopo due settimane di quanto Aloisi definisce il suo "vigilante lavo– ro" il Comitato dei Cinque compilò "una base onorevole per la soluzio– ne del conflitto." Il delegato rumeno, Titulesco, fedele alla politica fran– cese, insisteva con molti altri delegati che un'azione militare italiana nel– l'Abissinia dovesse essere "legalizzata," e il conflitto contenuto in "limiti che potessero giustificarsi anche sulla base dei principt della Società." Secon– do Titulesco, le proposte fatte dal Comitato dei Cinque davano all'Italia mano libera in Abissinia. Se Mussolini accettava il piano, e il Negus lo rifiutav.a, Mussolini avrebbe acquistato piena libertà d'azione. Se tanto Mus– solini quanto il Negus accettassero, il Consiglio della Società avrebbe appro– vato il piano, e tutto avrebbe avuto un lieto fine. Anche se Mussolini non accettava, la Romania, la Turchia, la Russia sovietica e forse la Polonia non avrebbero condannato l'Italia, e Mussolini avrebbe avuto il diritto di ini– ziare "legalmente" le operazioni militari. In nessun caso si sarebbe parla– to di sanzioni. L'importante era che l'Italia accusasse· l'Abissinia di ag– gressione e invocasse il principio dell'auto-difesa. 481 32 Bibloteca Gino Bianco

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