Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Preludio alla seconda guerra mondiale • sè la sicurezza collettiva andava in frantumi sulla questione etiopica. Ecco perché la corrispondenza fu pubblicata per comune consenso, in armonia col metodo della nuova diplomazia: aperti disaccordi apertamente rag– giunti. Questa pubblicazione serviva a due scopi: rafforzava la posizione di Sir Samuel in Inghilterra aumentando l'amarezza contro la Francia tra coloro che si aspettavano una politica francese piu decisa nella questione etiopica; e rafforzava la posizione di Laval in Francia, aumentando l'amarezza contro l'Inghilterra tra coloro che volevano essere amici, ma non schiavi dell'Inghilterra. Mussolini non aveva alcun motivo di preoc– cuparsi di ciò che quella gente pensava, diceva o scriveva. Giocava a carte segnate. Mentre Hoare e Laval giocavano a rimpiattino, Italo Balbo, Marescial– lo dell'Aria e Governatore della Libia, sottopose a Mussolini (30 settem– bre) due piani militari: Piano D per la conquista dell'Egitto, e piano S per una marcia nel Sudan. Balbo riconosceva di essere "un po' in ritardo" nel mandare questi piani, ma era stato trattenuto dal bisogno di "esamina– re personalmente le difficoltà del terreno e il rifornimento d'acqua" e "studiare a fondo il complesso problema logistiéo." La conclusione raggiun– ta dopo siffatta indagine, era che un attacco contro il Sudan, partendo dall'Eritrea, presentava le massime probabilità di successo. Certo il proble– ma dell'acqua poteva tormentare la spedizione come "un incubo." Ma la popolazione sudanese era ostile alla Gran Bretagna. I frati di Khartum, il cui vescovo era cugino della madre di Balbo, erano favorevoli all'Italia. "Era necessario raccogliere dati piu precisi di quelli, che si erano ottenuti con un volo di ricognizione e dallo studio di alcune guide del Nilo supe– riore." Ma c'erano ancora tre mesi per ulteriori indagini. E se il Governo inglese avesse rifiutato di aspettare tre mesi? Comunque, le fonti d'infor– mazione sul Sudan erano un volo di ricognizione e ciò che avevano da dire le guide stampate, forse il Baedeker. Quanto al Piano D, che contemplava una marcia verso il Delta egi– ziano, il documento di questa storia tragicomica non spiega quali propo– ste fossero fatte da Balbo dopo il suo esame personale del problema, proba– bilmente dopo un altro volo di ricognizione e un esame del Baedeker. Sap– piamo solo questo: che Mussolini respinse il progetto di attacco nell'Egit– to inferiore, che avrebbe richiesto uno sforzo troppo estenuante, e adottò la marcia sul Sudan, dato - a quel che pare - che i frati di Khartum e il vescovo cugino della madre di Balbo ne garantivano il successo. Quanto all'Inghilterra, essa non si sarebbe mossa: "Un attacco terrestre contro la Cirenaica da parte di forze britanniche è fuori questione, data la mancan– za di obbiettivi. " 9 Non passò mai per la mente al Duce che l'obbiettivo britan– nico potesse consistere nel distruggere le forze armate italiane. La follia, 9 Queste informazioni provengono dalla corrispondenza segreta di Mussolini, confiscata, a quanto pare, da alcuni partigiani nell'aprile 1945. Corriere d'Informazione, 16-17-1-46.

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