Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

L'accordo navale anglo-germanico (7, 22 maggio) affermò che durante le molte settimane che egli e un amico avevano passato in Germania vi avevano trovato un popolo cordial<':."For– se il mio amico ed io eravamo o particolarmente amichevoli o particolar– mente sciocchi." "Non c'è un solo tedesco dall'alto al basso che voglia liti– gare con l'Inghilterra - neppure uno." Ma la Germania non aveva marina. Poteva una persona intelligente aspettarsi che essa fosse soddisfatta di non avere marina? Lui aveva avuto molte interviste con Hitler. L'uomo era "as– solutamente leale, sincero e disinteressato." Il mondo poteva avere alte speranze se prendeva in parola quell'uomo. Lord Phillimore affermò che l'Europa non avrebbe avuto pace a meno che il popolo tedesco si rendesse conto che la Gran Bretagna era sua amica, e la Gran Bretagna doveva di– ventare amica del Governo che parlava per quel popolo (7 maggio). Lord Hutchinson era sicuro che Hitler, nell'accrescere la sua forza aerea, inten– deva "farla finita col bombardamento di città e di donne e bambini"; si doveva cogliere la prima occasione per concludere un accordo con lui (22 maggio). Il New York Times (20-VI-'35) commentò l'accordo del 18 giugno nei seguenti termini: "Esso pone fine alla solidarietà anglo-francese e a tutti gli sforzi fatti lo scorso febbraio a Londra e piu tardi a Stresa e a Ginevra per mantenere una politica comune." Uno dei piu autentici inter– preti della politica estera dei conservatori britannici ha messo in mostra il fatto che "nei primi due anni dopo la rivoluzione nazista, l'opinione bri– tannica era troppo profondamente scossa dagli eccessi nazisti per provare molta simpatia per le lagnanze e le aspirazioni della Germania." Ma non appena i Governi francese, italiano e sovietico crearono un sistema di al– leanza difensiva per la conservazione dello stq,tus quo, specialmente nel– l'Europa Centrale, "l'indignazione in Gran Bretagna contro il regime na– zista cominciò a placarsi": • Una parte crescente dell'opinione pubblica arrivò alla conclusione che l'intesa della Francia con l'Italia e con l'Unione Sovietica aveva il solo effetto di isolare . e accer– chiare la Germania e perpetuare l'iniquità del Trattato di Versailles - in breve man– tenere proprio quelle condizioni, che erano state io gran parte responsabili della rivo– luzione nazista. Coloro che sostenevano questa opinione, mentre non negavano che la Germania potesse essere un pericolo per la pace, ritenevano che la politica francese italiana e sovietica aggravasse quel pericolo, e che il primo obiettivo del Governo bri– tannico dovesse essere quello di rompere l'anello intorno alla Germania, arrivare ad una discussione amichevole delle sue rivendicazioni e riportarla alla Società delle Nazio– ni. La visita di Sir John Simon a Berlino fu una concessione a questa tendenza. Ma l'altra opinione, cioè che la via giusta per la Gran Bretagna per far fronte al pericolo germanico fosse di dare tutto l'appoggio possibile ad altre potenze che si sentivano an– ch'esse minacciate, era ancora fortemente seguita in molti ambienti. E questa opinione prevalse nell'atteggiamento della delegazione britannica a Stresa e a Ginevra. Poi la poli– tica di venire a patti con la Germania riprese il sopravvento con la conclusione del– l'accordo navale anglo-germanico. 8 a CARR, lnternational Relations, p. 229. 377 Bibloteca Gino Bianco

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