Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Entrano in scena Barthou e Dollfuss nazi tedeschi, che per ora si tengono fuori da questa faccenda, aspettando il mo– mento buono per tuffarvisi dentro e raccogliere le spoglie ( 13 e 14 febbraio 1934). Ma Sir Philip Gibbs pretendeva che il colpo di Stato contro i socialisti di Vienna fosse "il primo passo" della campagna di Mussolini per l'indi– pendenza dell'Austria. Proprio cos1 ! E un secondo passo poteva essere il ritorno degli Asburgo sul trono austriaco. I clerico-fascisti austriaci consideravano il giovane Otto di Asburgo co– me il legittimo sovrano dell'Austria e dell'Ungheria, per quanto le circo– stanze gl'impedissero di esercitare i suoi diritti. La restaurazione degli Asburgo avrebbe posto fine al pericolo di Anschluss. I legittimisti austria– ci erano certi che i loro piani trovavano favore crescente in circoli influenti della Francia e della Gran Bretagna. Inoltre, e soprattutto, Otto sarebbe stato un sovrano cattolico, e perciò il Vaticano lo favoriva. Gli austro-fascisti dovevano solamente aspettare il momento psicologico adatto.6 In attesa di quel momento, i clerico-fascisti austriaci incoraggiavano i fascisti croati di Ante Pavelic a cercare in una unione tra Austria, Unghe– ria e Croazia la soluzione del loro problema nazionale, cioè l'indipendenza dalla Serbia. L'll marzo 1934, Dollfuss e il Cardinale Innitzer, arcivescovo di Vienna, ricevettero una delegazione di croati, che "promise la fedeltà dei croati all'Austria," e li esortarono a rimanere sempre "buoni cattolici, buoni croati e buoni austriaci." Dollfuss disse: "La nostra patria comune, l'Austria, sarà anche il nostro tetto paterno, tanto piu ora che possiamo ri– creare l'Austria nello spirito del cristianesimo." Queste manifestazioni sollevarono timori in Cecoslovacchia, Jugoslavia e Romania. I ministri degli Esteri dei tre paesi ripeterono che avrebbero considerato il ritorno degli Asburgo come un casus belli. Mussolini avrebbe dovuto favorire la restaurazione degli Asburgo per la stessa ragione che induceva la Piccola Intesa ad opporvisi, e gli austro– clerico-fascisti a volerla. Ma la oligarghia magiara sentiva scarso entusia– smo per una dinastia che potesse rivelarsi ostile ai suoi privilegi in Unghe– ria. La sua freddezza consigliò cautela a Mussolini. Questi non poteva nean– che dimenticare del tutto gli odii anti-asburgici della sua gioventu. Di tanto in tanto, quando le proteste in Germania contro i maltrattamenti dei tedeschi nell'Alto Adige lo annoiavano piu del solito, pencolava verso gli Asburgo; cos1, nel novembre 1932 il ministro italiano a Budapest e sua moglie assistettero a una messa di ringraziamento nel genetlia– co di Otto. Ma quando voleva fare la corte ai tedeschi e seccare i france– si, il Duce accettava l' Anschluss, e sfasciava la culla di Otto (vedi p. 237). Nel settembre 1933, Otto, nel ricevere la cittadinanza onoraria di alcune città austriache, ebbe la sfortunata idea di affermare che l'Austria "non avrebbe mai consentito" all'idea che il Tirolo del sud dovesse essere italia- 6 Intervista fra un "legittimista austriaco in alta posizione e G. E. R. Gedye. NYT. 2-III-34. 301 Bibloteca Gino Bianco

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