Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Il genio della "propaganda" a far soppnmere nel discorso quella pagina di ignoranza esagerata anche per un ame– ricano. Fece bene al cuore, nel 1948, scoprire che, secondo Churchill, "come il fascismo rampollò dal bolscevismo, cosi il nazismo si sviluppò dal fascismo. Cosi sorsero i due movimenti apparentati, che erano destinati a precipitare in breve il mondo in un'odio– sa lotta, di cui nessuno può dire che è finita con la loro distruzione" (L'addensarsi della tempesta, p. 32). Ma il ravvedimento durò poco. Nell'ultimo volume delle memorie pubblicato nel 1951 scoprimmo che nei ventun anni della sua dittatura Mussolini "sol– levò il popolo italiano dal bolscevismo, nel quale avrebbe potuto cadere nel 1919, ad una posizione in Europa che l'Italia non aveva mai avuto prima." Se Churchill avesse attinto le sue conoscenze di affari italiani da fonti migliori che i giornali di lord Rothermere e il Morning Post, avrebbe saputo che f) nel 1919 Mussolini contribui meglio che poté a quella eccitazione che caratterizzò i postumi della guerra mondiale in Italia come in ... Inghilterra, e dalla quale un movimento rivoluzionario dalle appa– renze bolsceviche avrebbe potuto essere scatenato, se gli italiani avessero preso sul serio Mussolini; 2) il bolscevismo, in cui il popolo italiano avrebbe potuto cadere, ma non cadde, nel 1919, aveva perduto ogni virulenza alla fine del 1920, due anni prima che Mussolini marciasse da Milano a Roma in vagone letto per salvare l'Italia dal bolscevismo; e 3) la posizione che non aveva mai avuto in Europa, l'Italia la rag– giunse per quella vittoria nella prima guerra mondiale, che Mussolini, diventando Pri– mo Ministro, trovò. La liquidò, lasciando dietro a sé la rovina. Fra le grandi imprese di Mussolini, Churchill mette "l'Impero italiano nell'Afri– ca del Nord." Se avesse preso cura di far "edit" il suo manoscritto da persona meno ignorante, anche se meno intelligente di lui, Churchill avrebbe imparato che l'impero italiano nell'Africa del nord - non discutiamo se impero sul serio o per burla, utile o inutile o dannoso - fu creatQ prima della prima guerra mondiale, quando Mussolini eccitava le donne di ForH a svellere le rotaie delle ferrovie per impedire che i soldati fossero mandati in Tripolitania e Cirenaica a costruire quell'impero. Nel retroterra dei territori conquistati nel 1911-1912, Mussolini aggiunse una vasta area di deserti. Nessu– no parlò mai di "Impero" per l'Africa del nord. L'Impero nacque con la conquista dell'Abissinia. Per l'Abissinia, Churchill dice che "il Duce soverchiò colla forza della sua vo– lontà la Società delle Nazioni - cinquanta nazioni comandate da una." Vero fino a un certo punto. La forza di volontà del Duce non fu mai messa a una vera prova, perché le sanzioni, per volontà dei conservatori inglesi - e Churchill lo sa benissimo - fu– rono una farsa combinata fra Londra, Parigi e Roma; Mussolini giocò sempre con carte segnate, e anche quando minacciava di farsi saltare le cervella con una revolverata, sapeva che né lui né gli altri facevano sul serio; bisognava far credere al popolo inglese e al popolo italiano che tutti facevano sul serio. (Di queste affermazioni il lettore troverà le prove nel libro La conquista dell'Etiopia che succederà a questo.) V. nota a p. 198. Churchill non loda Mussolini per avere fatto arrivare i treni in orario. Questa storia fu tante volte ripetuta da tanti imbecilli dell'orbe terracqueo, che alla fine di– ventò una burla. Churchill dice solo che "molte importanti opere pubbliche furono compiute in Italia" e che "le sue grandi strade rimarranno monumento della sua gran– de opera" (di Mussolini). Prima di Mussolini, dunque, non c'erano state strade in Ita– lia, o se erano state cominciate non erano state mai completate. Le ferrovie, che nel 1869 in Italia non esistevano quasi? L'acquedotto pugliese? Le bonifiche nella Valle Pa– dana? Il porto di Genova? Mai sentiti nominare. "Non c'è dubbio che il regime fascista incontrò il favore di moltissimi italiani durante il periodo dei suoi successi." Molti uomini applaudono al buon successo. Ma se nell'estate del 1923 Parigi e Londra non avessero aiutato Mussolini a disbrigarsi dal ginepraio di Corfu, i successi di quell'anno non sarebbero durati neanche un anno. I suoi successi furono dovuti piu che alle sue abilità, alla inettitudine di coloro che avrebbero potuto stroncare i suoi bluffs all'estero e in Italia, e non vollero mai farlo. 283 BiblotecaGino Bianco

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