Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

I Trattati dd Laterano a Costantino, nel 1931 fu paragonato a Giuliano l'Apostata. Anche questo dissidio si placò. Ma nel 1938 ne scoppiò un altro. Comunque restarono due fatti. Il primo era che dopo il 1929 al Go– verno italiano non era piu consentito modificare di propria iniziativa la le– gislazione interna su materie contemplate dal Concordato. Se avesse vo– luto introdurre, per esempio, il divorzio, avrebbe dovuto tener presente il fatto che un trattato con la Santa Sede lo obbligava a considerare il ma– trimonio come un sacramento indissolubile. Per conseguenza, se avesse voluto introdurre il divorzio, avrebbe potuto concederlo solo a quei citta– dini il cui matrimonio non fosse stato celebrato davanti ad un parroco. Per concedere il divorzio indistintamente a tutti gli italiani, avrebbe dovuto prima denunciare il Concordato. Il secondo fatto era che il Concordato si doveva considerare quale "ne– cessario complemento del Trattato di Conciliazione." Pio XI diede l'inter– pretazione autentica a questa formula, quando dichiarò che "Trattato di Conciliazione e Concordato staranno o cadranno insieme." Questo voleva dire che se un qualsiasi Governo italiano cessava di applicare il Concordato secondo l'interpretazione datagli dal Vaticano, quest'ultimo aveva il diritto di dichiarare che anche il Trattato di Conciliazione era stato annullato, e avrebbe potuto ritornare a reclamare la propria sovranità sui territori per– duti nel secolo XIX. Il Papa consentiva a rinunciare ai suoi antichi territori nell'Italia centrale a condizione che tutta l'Italia diventasse un condominio fra il Governo italiano e la Santa Sede. L'unico patto definitivo e irrevoca– bile del febbraio 1929 fu il pagamento di un miliardo e ottocento milioni di lire. Questo non significa che Pio XI abbia ritratto dagli accordi Lateranensi niente altro che vantaggi. Molti cattolici, specialmente in Francia, non riu– scirono a capire perché la Santa Sede avesse mantenuto in agitazione per ol– tre mezzo secolo i cattolici di tutto il mondo su la Questione Romana, per informarli un bel giorno che si erano preoccupati non di una "Questione Romana" ma di una "Questione Vaticana," e che questa avrebbe potuto essere risolta firmando un semplice pezzo di carta che riconoscesse la sovra– nità del Papa su cento ettari di terreno. L'obolo di S. Pietro diminuf in tutti i paesi, appena i fedeli appresero che il Papa non era piu un prigio– niero senza un soldo. Nel 1929 i cattolici belgi mandarono al Papa 300.0,00 franchi belgi invece dei 600.000 mandati l'anno precedente. Quanto a Mussolini, egli ottenne la concessione che i vescovi fossero scelti dal Papa dopo consultazione col Governo italiano, e prestassero giu– ramento di fedeltà al Re d'Italia prima di prendere possesso della diocesi. Tra il 1802 e il 1905 anche i vescovi francesi erano stati nominati previa consultazione tra il Governo francese e il Vaticano, e avevano prestato giu– ramento di fedeltà al Governo francese. Questo giuramento non aveva mai impedito loro di appoggi.are intrighi monarchici quando credettero oppor– tuno di farlo. 197 BiblotecaGino Bianco·

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