Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

I Trattati del Laterano testa fu assai piu blanda che quelle dei suoi predecessori: questi avevano parlato di una situazione "intollerabile"; lui parlò di una situazione sola- " 1 " mente anorma e. L'Italia si associò, nella guerra, alla Triplice Intesa. In conseguenza, i cattolici francesi e inglesi misero nel dimenticatoio la Questione Romana; in– vece i tedeschi si dettero a studiare quel problema "col piu vivo interesse./' Gli uni accettavano, e agli altri doleva non avere l'apporto della carne da cannone, anche se non era benedetta dal Papa. È interessante notare che i cattolici tedeschi, neanche nel furore anti:– italiano della guerra, pensarono mai che si potesse ritornare allo status quo ante il 1870. Nella opinione del deputato cattolico Erzberger, sarebbe bastato dotare il Papa con un piccolo "dominio in miniatura" (Miniaturgebiet), con uno "Stato lillipuziano" (Liliput-Kirchenstaat). 1 Secondo il cardinale Ehrle, lo "Stato in miniatura" doveva comprendere la piazza San Pietro, la basilica di San Pietro, i palazzi e i giardini del Vaticano,2 cioè doveva avere gli stessi confini che nel 1929 dovevano assegnargli Pio XI e Mussolini. Germania e Austria perdettero la guerra. Nessuno sollevò la questio– ne romana durante i negoziati della pace. Perduta ogni speranza di mante– ner viva la Questione, Benedetto XV e il cardinal Gasparri, suo segretario di Stato ( = ministro degli Esteri), iniziarono nel giugno 1919 negoziati ufficiosi col Governo "usurpatore." Il Papa domandava che il Governo ita– liano riconoscesse la proprietà e la sovranità della Santa Sede sull'area in– dicata dal cardinale Ehrle durante la guerra; in compenso avrebbe ricono– sciuto la legittimità del Regno d'Italia. 3 Nel 1919 si raccontava che Benedetto XV aveva detto a un prelato tem– poralista intransigente: "Voi volete farmi re di Roma; io ho piu fiducia in quaranta milioni d'italiani che in un pezzo di terra"; e che il cardinale Gasparri aveva detto al padre Baudrillart: "Si nous avions une grève de h . , b , " coc ers, nous senons tres em arrasses. Nel 1919 si formò in Italia il "Partito Popolare Italiano." Era formato di cattolici, ed aveva come segretario nazionale un prete cattolico, don Luigi Sturzo. Il Papa aboH definitivamente per i cattolici il divieto di partecipare alle elezioni. Il nuovo partito partecipò alle elezioni generali nel 1919, 1921 e nel corso di tutte quelle campagne elettorali, ignorò coscienziosamente la Questione Romana. Nel maggio 1920, Benedetto XV fece un altro passo verso la concilia– zione: permise che i Sovrani dei paesi cattolici facessero visite ufficiali a Roma e alla Corte italiana. Il suo successore, Pio XI, riel febbraio 1922, be- 1 ERZBERGER, Souvenir de guerre, p. 154. 2 BASTGEN, Die Romische Frage, III, pp. 163, 172. 3 Gli iniziatori dei negoziati, monsignor (in seguito cardinale) Cerretti, delegato ufficioso del Cardinale Gasparri, e il primo ministro Orlando, hanno pubblicato i ricordi delle loro con– versazioni: il Cerretti nella rivista cattolica "Vita e Pensiero," giugno-luglio 1929, pp. 411 sgg.; e Orlando nel libro Su alcuni miei rapporti di governo con la Santa Sede, pp. 71 sgg. Ad essi va aggiunto MUSSOLINI, Gli accordi del Laterano, pp. 143 sgg. 183 BiblotecaGino Bianco

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