Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Piccola Intesa - Bulgaria - Ungheria - Austria Il concetto mussoliniano, basato soprattutto su un errato calcolo delle forze altrui, fu sempre quello di arrivare, mediante una politica aggressiva soltanto a parole, a co– stringere la Francia ad abbandonare i suoi avamposti nei Balcani e nell'Europa orientale (Ricordi, p. 66). L'uomo non riusd mai a capire che tutto quanto indeboliva la Jugosla– via, faceva il gioco non dell'Italia, ma della Germania. La politica dev'essere l'arte del possibile, non il sogno del desiderabile. La scelta, che gli si pre– sentav~, non era tra una Jugoslavia forte e una Jugoslavia debole, ma tra una• Jugoslavia forte e una Germania molto piu forte e piu pericolosa per l'Italia che non fosse la Jugoslavia. Un italiano, che non fosse stato accecato dalla mania di ottenere imme– diati clamorosi successi di stampa senza pensare all'avvenire, avrebbe cer– cato di favorire la formazione di una Federazione balcanica e di una Fe– derazione danubiana, avrebbe rifiutato l'aiuto italiano ai Governi di Sofia e di Budapest, e ai clerico-fascisti dell'Austria, avrebbe incoraggiato i social– democratici austriaci ad avvicinarsi alla Cecoslovacchia e alla Jugoslavia, e avrebbe promosso con una mediazione amichevole e moderatrice tutte le piccole correzioni di confine verso l'Ungheria, che anche i piu sinceri amici della Jugoslavia e della Cecoslovacchia ammettevano fossero giuste. Con l'aiuto della diplomazia inglese e francese, il tentativo sarebbe certamente riuscito. Per adottare una politica siffatta, Mussolini avrebbe dovuto essere non un fascista, ma uno statista. Mirava ad assicurarsi l'amicizia di una consolidata Romania contro Ungheria e Bulgaria e Russia, oppure voleva il ritorno della Bessarabia alla Russia, della Dobrugia alla Bulgaria e della Transilvania ai magiari risvegliati? Voleva la spartizione della Jugoslavia fra la Bulgaria, un'Austria-Ungheria asburgica e l'Italia, oppure sarebbe stato contento di indurre Belgrado a ripudiare l'alleanza con la Francia e ad abbandonargli l'Albania? Aveva ponderato le conseguenze di un ritorno degli Asburgo sul trono di uno Stato austro-ungaro-croato alle porte di Trieste e Fiume? L'uomo avrebbe risposto a tali domande con altisonanti frasi sul "divino gioco della sorte" e su la bellezza di vivere "pericolosamente." "Vivere pe– ricolosamente" era una bella frase. Ma gli alti e bassi di una vita pericolosa sono piu adatti per un avventuriero o un brigante che per un uomo di Stato. Vivendo pericolosamente, egli può distruggere il benessere e la felicità per milioni di persone. · In tutte le sue manovre e incongruenze, accolte dai suoi adulatori quali "elementi di una politica costruttiva" Mussolini tendeva a raggiungere due scopi: primo - e piu importante - richiamare ogni giorno in tutto il mondo l'attenzione del pubblico su di sé; poi, per citare la frase coniata dai suoi interpreti, "impedire la cristallizzazione della situazione europea." In altre parole, cercava di tenere l'Europa in uno stato permanente di di– sordine, che un giorno o l'altro gli permettesse di arraffare qualche cosa 149 BiblotecaGino Bianco

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