Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Preludio alla seconda guerra mondiale Considero assolutamente illegittimo qualsiasi tentativo di contestare il possesso delle loro colonie e dei loro dominii a quelle Potenze, che hanno versato il san– gue per conquistarle, e speso grandi somme per metterle in valore. Questi posse– dimenti appartengono loro per sempre, a meno che non decidano volontariamente di cederli o scambiarli con altri paesi... Ma dovunque sulla terra esista un terri– torio che non appartenga ad alcuna altra grande Potenza - sia esso al Polo Nord o al Polo Sud o nel cuore dell'Africa o dell'Asia - il popolo italiano vuole la sua parte (intervista col Daily Express, 24-1-1927). Le altre "grandi" Potenze potevano, per conseguenza, rimanere tran– quille. Mussolini metteva ipoteca soltanto sui territori coloniali appartenenti alle Potenze che non erano grandi, eccettuato, naturalmente, il Portogallo. Quali altre piccole Potenze avevano colonie? Belgio e Olanda. Non pare che Belgio e Olanda fossero eccessivamente spaventate. Dopo tutto in un'intervista con la Chicago Tribune (25-XI-1926), Mussolini affermò che "l'Italia sperava di risolvere il problema di nuovi sbocchi per la sua emigra– zione, non mediante una guerra di aggressione, ma con l'amichevole aiuto dagli altri Stati e attraverso la Società delle Nazioni" - quella Società delle Nazioni, la cui autorità egli aveva apertamente schernita nell'affare di Corfu e che era continuamente insultata da lui e dai suoi agenti nella stampa fascista. -Si diffuse anche la voce che la Gran ·Bretagna fosse disposta a cedere all'Italia il mandato sulla Palestina, lasciando che arabi ed ebrei se la sbri– gassero loro con le Camicie Nere. Ecco come i fascisti annunziarono il prossimo trionfo: Riappaiono in alto in ideale connubio la Croce e la Spada, il simbolo della fede eterna l'emblema della sacra patria ( ...). Comunque il movimento sionista~ anche se non darà mai in Oriente dei risultati favorevoli alla nostra politica, non è tale da preoccupare seriamente l'Italia. È un tentativo, alimentato artificialmente, ma privo di base nei bisogni reali del popolo ebreo (...). Non è ammissibile che ebrei e musulmani interloquiscano in tale problema. Ecco già una tesi che la diplo– mazia italiana deve far trionfare (...). Come latini non possiamo d'altra parte dimenticare il dovere di tutelare la preminenza latina di fronte all'azione anglicana e greco-ortodossa... giungiamo ora al concetto della difesa del cattolicismo. È questa la precipua funzione italiana in Oriente. 3 Ammesso che gli inglesi fossero realmente stati tanto saggi da scaricare sull'Italia· le responsabilità del loro mandato, i fascisti non avrebbero faci– litato questo passaggio col proclamare ai quattro venti che il compito del– l'Italia in una Palestina fascistizzata, e in generale in tutto l'Oriente, sa– rebbe stato quello di difendere il cattolicismo contro gli ebrei, i maomettani, gli anglicani e i greco-ortodossi. Fortunatamente per tutta questa brava gente - e per gli stessi italiani - il Governo inglese non aveva nessuna intenzione di trasferire a Mussolini il suo dolore di testa palestinese. Ebrei, maomettani, anglicani e greco-ortodossi poterono riposare dalle loro paure. 3 Fmw, Annuario di Politica Estera, pp. 428, 430, 431-432, 446. 110 Biblo .., Gino Bianco

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