Gaetano Salvemini - Come siamo andati in Libia

" Come siamo andati in Libia " e altri scritti dal 1900 al 1915 quando considera come fatto compiuto,_ e scopta a favore dell'Austria e dei socialisti austriaci, una rinunzia non ancora avvenuta, e di cui si • ignorano i limiti, e che l'Austria non farà se non sotto la pressione degli interessati e proporzionatamente alle forze di pressione di costoro. Bisogna - ripeto - trattarne. Ed è da augurare che i socialisti dell'Austria facciano pressione sul loro Governo affinché ne tratti con spìrito di equità. 4) Le aumentate difficoltà interne dell'Austria consisterebbero, secondo il Vivante, nell'imbarazzo in cui si troverebbe il Governo imperiale di dare una forma giuridica alle provincie nuovamente annesse. Deve unirle all'Austria? I nove milioni di tedeschi ne hanno anche troppo dei 18 milioni di slavi, con cui oggi sono uniti e da cui sono continuamente minacciati, e non sentono il bisogno di avere in casa altri due milioni di slavi. Quanto all'Ungheria, in essa i nove milioni di magiari resistono già ora con molti stenti ai dieci milioni di croati, rumeni, slovacchi, ruteni, ecc.; e un'aggiunta di due milioni o poco meno di slavi sarebbe per essi un disastro. Unire la Bosnia alla Croazia e alla Dalmazia, staccando la Croazia dall'Ungheria e la Dalmazia dall'Austria, e trasformando l'impero degli Asburgo in uno stato trialista? Questo significa fare urlare i tedeschi di Vienna e i magiari di Budapest. L'annessione della Bosnia non è che un pasticcio, un provvisorio, una questione, una debolezza di piu nello stato classico dei provvison e dei pasticci. Eppure, caro Vivante, questo nuovo imbroglio è stato non solo preparato di lunga mano e compiuto dal Governo, ma anche approvato piu o meno caldamente da tutti i partiti, e accolto senza resistenza da tutte le nazionalità austro-ungariche, tranne dagli tcechi di Boemia! Che nel paese dell'aquila bicipite sieno diventati tutti matti, e tutti si sieno messi a gridare: viva la nostra morte e morte alla nostra vita? No, caro Vivante, i sudditi degli Asburgo non sono diventati matti. Fino a quando la Bosnia faceva parte di diritto dei dominì ottomani e non era possibile modificarne la situazione giuridica senza suscitare una questione internazionale, il Governo imperiale non aveva le mani libere per adoperare la Bosnia come strumento di blandizie e di minaccia per tutti i partiti e per tutte le nazionalità. Sottratta la Bosnia al regime del Trattato di Berlino e divenuta la questione bosniaca una questione esclusivamente interna della monarchia austro-ungarica, la Bosnia diventerà per il Governo la spada di Brenno, con cui far traboccare sempre a modo suo la bilancia. I magiari saranno riottosi e fra nove anni mostreranno scarso entusiasmo nella rinnovazione del compromesso? Ebbene, non solo saranno minacciati col suffragio universale, che farebbe passare la prevalenza numerica nel regno di Santo Stefano alle nazionalità non magiare, ma questa prevalenza sarà resa strabocchevole con l'aggiunta all'Ungheria degli slavi bosniaci. Saranno ubbidienti? E rimarrà intatto lo statu quo; oppure, nel caso che il suffragio universale, o prima o poi inevitabile, metta in pericolo la prevalenza magiara, si staccheranno dal regno di Santo Stefano i circa tre 72 BibliotecaGino Bianco

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