Gaetano Salvemini - Come siamo andati in Libia

" Come siamo andati in Libia " e altn· scritti dal 1900 al 1915 di fronte ai diplomatici tedeschi. Per essi, che da un secolo hanno la supremazia navale del mondo, i continui crescenti armamenti marittimi della Germania rappresentano una provocazione e una minaccia. L'Inghilterra risponde agli aumenti della Germania con aumenti propri per conservare intatte le proporzioni; ma dice e ripete che cos1 non è possibile continuare. Cioè, al momento opportuno, esigerà che la Germania non aumenti piu né le spese di terra per riguardo alla Francia e alla Russia, né le spese di mare per riguardo all'Inghilterra, e si dichiarerà pronta per sé e per gli stati amici ad assumere un impegno analogo. Cos1 la lotta fra i due colossi si va a poco a poco orientando intorno al principio dell'aumento o della stazionarietà delle spese militari. E ognuno vede quanti vantaggi abbia l'Inghilterra impostando la sua azione su questa base; e quanto pochi riguardi debba perciò avere l'Inghilterra nel muovere all'assalto. È sperabile che sia essa trattenuta nella sua impresa dalla resistenza della sua classe operaia? Nulla è piu errato che prendere come rappresentanti della classe operaia inglese quei pochi socialisti inglesi, che - smentiti, · del resto, da altri socialisti inglesi - hanno fatto in questi ultimi tempi dichiarazioni di internazionalismo e di simpatie germaniche. La classe operaia inglese bada soprattutto ai suoi interessi: e i suoi interessi sono minacciati dal protezionismo germanico, e si concentrano tutti nella difesa del libero scambio; ed essa lotterà fieramente contro chiunque per conservare la sua posizione. Quanto ai socialisti tedeschi, che rappresentano, certo assai meglio che i socialisti inglesi, le masse lavoratrici dei loro paesi, e da cui i pacifisti potrebbero aspettarsi una forte pressione sul Governo tedesco per la pace con l'Inghilterra e per il non aumento delle spese militari, anche su di essi sarà bene che nessuno si faccia illusioni soverchie. Se è vero, infatti, che in questi giorni, in cui la Germania naviga in male acque e l'internazionalismo e il pacifismo ... altrui fanno il suo gioco, essi parlano spesso e volentieri di solidarietà proletaria internazionale, è anche vero che, al tempo della vertenza marocchina - quando chi navigava male era la Francia - essi se ne stettero taciti e queti piu del necessario, e si guardarono bene dal creare difficoltà al loro Governo, e lasciarono tutta a J ean J aurès la gloria di non far fallire nel ridicolo l'internazionalismo proletario. E, quando si tenga a mente che i socialisti prussiani hanno negato ai socialisti polacchi il diritto di formare una organizzazione nazionale autonoma, perché l'internazionalismo comporta bens1 l'esistenza di una Prussia ma non l'esistenza di una Polonia; e, quando, nella conclusione di quel libro, La. donna e il socialismo, di Augusto Bebel, su cui due generazioni di socialisti tedeschi han fatta la loro prima educazione, si leggono parole come queste: " La Germania ha assunto, nella grande lotta gigantesca, che si combatterà nell'avvenire, la parte del duce, alla quale sembra predestinata per il suo sviluppo ed anche per la posizione geografica nel cuore dell'Europa. Non è un caso che sieno tedeschi i duci, perché sono essi che hanno scoperte le 54 BibliotecaGino Bianco

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