Gaetano Salvemini - Come siamo andati in Libia

·' Come siamo andati in Libia., e altri scritti dal 1900 al 1915 sacrificare le tradizioni dottrinarie e le simpatie o i pregiudizi delle folle democratiche alle ingordigie conquistatrici, o sacrificare l'utilità materiale a cui in fondo all'anima si crede e a cui si vede che tutti credono, alle tradizioni dottrinarie. E poiché non tutti gli uomini sono obbligati ad essere coraggiosi, e i deputati bisognosi dell'aura popolare hanno meno di qualunque altro questo dovere, si prende naturalmente una via di mezzo: si dice e si disdice; si dà un colpo al cerchio ed un colpo alla botte; si vota un ordine del giorno contrario all'occupazione, ma prima si dichiara che da quell'ordine del giorno l'occupazione non è affatto esclusa. S'intende che poi - ad occupazione compiuta - se avverranno dei malestri, e se bisognerà allargare i cordoni della borsa per mantenere lo "onore alla bandiera," allora quegli stessi deputati, che oggi han commesso la prima viltà dissimulando il loro consentimento alla spedizione, commetteranno la seconda maggiore viltà, pestando i piedi stizziti, protestando in nome degli interessi nazionali offesi, proclamando di qua e di là . che essi all'impresa rovinosa erano stati contrari. Purtroppo le masse dei partiti popolari, in tutt'altre faccende affaccendate (elezioni amministrative, scioperi, coltellate, diffamazioni, ecc.), disorientate dal succedersi ininterrotto di notizie, ora sull'Albania, ora sulla Triplice, ora su Tripoli, ora su mille altre questioni rampollanti di giorno in giorno come funghi, non sentono in alcun modo il pericolo da cui sono minacciate: nella festa del primo maggio votarono in centinaia di luoghi l'ordine del giorno commissionato a Roma, si annoiarono per l'ennesima volta coi soliti discorsi flatulenti contro il militarismo e poi ripresero da capo i loro affari immediati e le loro beghe. Ma i deputati dell'Estrema si ingannerebbero a partito, se credessero di poter attribuire tutta al paese la responsabilità dei fatti: il paese tace, non si oppone con l'energia necessaria, fa male, malissimo. Ma essi, i signori deputati, non appartengono mica al paese della luna; fan parte del paese anch'essi; e data la posizione di fiducia ad essi affidata, toccava ad essi assumere l'iniziativa. dell'agitazione, illuminare gli elettori, assumersi con coraggio e senza finzione la loro parte di responsabilità nell'impresa, dato che l'approvassero. Essi, invece, han preferito trincerarsi dietro gli equivoci, assicurarsi una via di ritirata pel caso che le cose vadan male, scusarsi della mancanza di energia, e di risoluzione coll'affermare che non c'è nessun pericolo per ora e che è meglio pensare... alla Triplice; e a suo tempo poi, commetteranno la terza massima viltà, e diranno che, se la spedizione di Tripoli si fece, la colpa non fu né del Governo, né del Parlamento, né di altri; fu tutta esclusivamente del paese. 24 BibliotecaGino Bianco

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