Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

Postilla Ma a parte le questioni secondarie, di fronte a questa nuova forma di suffragio, noi socialisti proponiamo ai cattolici democratici il seguente di– lemma, al quale ho poco fa accennato occupandomi del Murri, che vuole "le basi possibilmente larghe": O voi la rappresentanza degli interessi la organizzate in modo che nel vostro Parlamento le classi capitalistiche ab– biano un maggior numero di voti delle lavoratrici, come è oggi in Austria, e allora siete piu conservatori dei liberali. Oppure volete che nel vostro Parlamento le classi lavoratrici siano rappresentate in modo da aver la pre– valenza sulle capitalistiche, e allora dite in che modo supererete l'opposi– zione che i capitalisti faranno alle vostre riforme, e in che modo impedire– te che i lavoratori, divenuti prevalenti, si prendano piu di quanto voi stes– si democratici non crediate giusto. Voi mi potete rispondere: non voglia– mo la prevalenza né degli uni né degli altri; vogliamo l'equilibrio. Ma che vuol dire l'equilibrio? vorrà dire, suppongo, che i due gruppi sociali avran– no la stessa forza numerica nel vostro Parlamento. E allora, dite, in che modo nelle questioni, riguardanti un conflitto d'interessi fra i due gruppi, potrà il governo cavarsela? anzi sarà mai pos– sibile un governo con un Parlamento diviso in due parti perfettamente egua– li? A queste domande il Chiusano farebbe forse bene a rispondere. Del mio lavoro si è occupato anche don Albertario nell'Osservatore cattolico (nn. 2 e 13 di quest'anno). 17 Ma l'ha fatto da par suo, cioè da ignorante e da ludro. Da ignorante, perché continua a dire che noi ci aspettiamo nel mon– do socialista "un nuovo paradiso terrestre donde sia bandito l'alito del do– vere e dove ciascuno può circondarsi la fronte di rose assaporandone con voluttà i delicati profumi." Da ludro, perché falsifica scientemente tutte le mie idee. Io dico che in Italia è impossibile la conciliazione fra il partito cattolico e l'attuale costituzione politica, cioè la monarchia sabauda; e don Albertario scambia la costituzione politica colla borghesia conservatri– ce liberale, che io ritengo debba ben presto, pur di salvarsi dal socialismo, abbandonare a se stessa la monarchia ed entrare pentita e contrita nel par– tito cattolico. lo, spiegando in che consiste la critica cattolica, mostro che la sua ingenuità la rende facilmente accettabile dagli ignoranti, che in Italia sono la gran maggioranza; e che sta nell'ignoranza degli italiani una delle cause delle grandi conquiste dei cattolici; e che bisogna spingere i cattolici a passare dalla critica all'azione, perché anche gl'ignoranti vedano che nella pratica i cattolici fan come gli altri; e don Albertario prende la mia frase che "la critica cattolica ha sulla nostra il pregio di essere sem- "largito" dal "magnanimo" Carlo Alberto, quando la rivoluzione del '48 era alle porte coi sassi. Desidererei poi sapere dal Micheli quali sono le grandi riforme attuate finora dal governo cattolico belga in favore dei lavoratori. Appena pochi mesi addietro, in un giornale inglese, un vescovo cattolico, mons. Crawford, diceva, descrivendo le condizioni del Belgio, che il. partito cattolico deve essere giudicato non su quello che ha fatto, ma su quello che senza dubbio farà. Cosa ne dice il Micheli? 11 L'avvenire del partito cattolico, in "L'osservatore cattolico," 4-5 e 18-19 gennaio 1898. [N.d.C.] 45 blioteca Gino Bianco

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