Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

Le voci del cuore derzoni, Grandi, Bottai, De Vecchi, Donegani, Volpi ecc., ecc. Se Musso– lini e la sua ganza non fossero stati vittime della furia fratricida e feroce barbarie, ci sarebbe posto anche per essi nell'ovile vaticano. E perché non dovrebbe esservi posto anche per Umberto II? Non appartiene anche lui alla tradizione storica, e piu precisamente alla tradi– zione storica approvata dal Vaticano? Non amò anche lui generosamente la ,_patria? Gli italiani prendano ad "esempio luminoso la condotta di Umber- ,. to II, che si è eclissato senza recriminazioni" (udite, udite? "senza recri– minazioni" I) "gesto magnanimo suggerito dalla piu pura carità di pa– tria, nel quale rivive il carattere generoso della stirpe dei Savoia, nobilitato dalla virtu eroica dei suoi santi." Come sarebbe divertente riprodurre a que– sto punto qualcosa di quegli. abomini che la Civiltà cattolz'ca rovesciò sui Savoia, prima che "l'uomo della Provvidenza" venisse "a conciliare Dio con l'Italia e l'Italia con Dio" mediante il pagamento di un miliardo e sette– centocinquanta milioni di lire e rotti. Umberto II "partendo in volontario [ I] esilio, lascia dietro di sé quasi una metà del popolo italiano, che pur in impari [? !] lotte, si è liberamente . f " Qu " ., h . " d espressa 1n suo avore. esta pm c e minoranza non eve essere un elemento di congenita debolezza "nella nuova forma dello Stato nascente." (Si noti che la parola "repubblica" non è mai usata nell'articolo I È per– ciò "imprescrittibilmente" (stile mussoliniano) necessario· che la relativamen– te esigua maggioranza sappia comprendere "l'atteggiamento spirituale" di quella piu che minoranza, sia rispettosa delle sue legittime preferenze, ne accolga la leale cooperazione e ne tuteli i diritti "come richiede un sano ordinamento democratico." - Che cosa precisamente vogliono dire i re– verendi padri con queste parole? Che la maggioranza deve riconoscere alla minoranza il diritto di pensare come vuole? Giusto. Che deve essere ri– conosciuto alla minoranza il diritto di ristabilire per vie legali la monarchia se il popolo italiano si lascia persuadere dalla Civiltà cattolica a restaurare la monarchia? Giustissimo, a patto che sia rispettato nei repubblicani, ridotti in minoranza, il diritto a lavorare per le proprie idee. Ma si fermano qui i padri della Civiltà cattolica oppure hanno in corpo qualcos'altro? Debbono i repubblicani non solo rispettare il diritto della minoranza monarchica di pensarla a modo suo, oppure debbono anche affidarle il go– verno della repubblica? Debbono aspettare con le mani in mano che ge– nerali, ammiragli, grossi capitalisti, vescovi, arcivescovi e cardinali preparino un colpo di stato contro la repubblica? È questo quanto è richiesto da un sano ordinamento democratico, secondo quanto insegnano i padri gesuiti della Civiltà cattolica, nella cui tradizione storica i sani ordinamenti democratici non hanno mai avuto un posto preminente? Il fascicolo della Civiltà cat– tolica del 15 giugno 1946 dimostra che il Vaticano non ha rinunziato af– fatto alla speranza di vedere ristabilita in Italia la monarchia - una mo– narchia, beninteso, che sia il braccio secolare della Chiesa - e lavora a questo scopo attraverso la Democrazia cristiana. Le voci del cuore sono (stile mussoliniano) inequivocabili. 433 31 B u11utecaGino Bianco

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