Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

Discussioni con un cattolico sincero preti nelle strade. Scuotendo desolato il capo, ripeterei con Manzoni: "Mal date, ma ben ricevute." Come vedi, ho cominciato coll'essere d'accordo con te, ed ho fini– to - temo - coll'essere in disaccordo. Anche questa è una prova del fatto che si può convenire su molti prindpi generali e dissentire sulle con– seguenze pratiche da dedurre da quei prindpi, e si può dissentire su tutti i prindpi eppur convenire su molte azioni pratiche. Proprio in questi giorni ho avuto l'occasione di scrivere su questo ar– gomento una lettera a un amico di Torino. 3 Te ne mando una copia: ve– drai che le tue idee sono condivise da molti. Vorrei sperare - ma non spero - che anche le mie idee siano condivise da molti. Quello che io temo è uno scatenamento di anticlericalismo brutale, dovuto ai Togliatti e ai Nenni, non appena la presente fase di inganni e vigliaccherie reciproche sia liquidata. Ti faccio mandare una copia del volumetto su Croce,4 e di due opu- 3 Piero Pieri, discepolo di Salvemini, allora professore di storia nell'università di Torino. La lettera, datata Cambridge 16 ottobre 1946, è stata pubblicata in Lettere dall'America, 1944-46, cit., pp. 382-85. Ecco la parte che qui ci interessa: "Mi ha interessato assai quanto tu scrivi sulla opinione tua e dei tuoi amici che un accen– tuato anticlericalismo non corrisponda piu alle nuove esigenze della vita italiana e allo stato di fatto. Tutto dipende, caro Pieri, dal significato che tu dai a quella parola 'accentuato.' Tu· stesso scrivi che si debbono difendere i diritti dello stato laico contro l'invadenza clericale, e che è dolo– roso vedere il ministero dell'Istruzione in mano di un demo-cristiano. Io aggiungerei che i tre direttori generali permanenti del ministero dell'Istruzione scelti dal liberale (Arangio-Ruiz) sono tutti democristiani. Cioè l'anima delle nuove generazioni è stata abbandonata dai partiti cos{ detti laici all'invadenza clericale. "Dovete voi, caro Pieri, accettare in silenzio questa situazione, e questo per non rendere impossibile una concentrazione delle forze moderate? Quella concentrazione delle forze di centro la credo anch'io indispensabile, se si vuole evitare uno sfacelo dovuto alla prevalenza di comunisti o di reazionari. Ma essa dev'essere il frutto di un compromesso fra voi e i demo-cristiani, e non di una servitu volontaria vostra verso i demo-cristiani. Costoro hanno assunto una vera e propria posizione di ricatto verso di voi: o voi inghiottite il concordato e tutto quanto essi intendono esi• gere al di là del concordato, oppure si butteranno a destra, e magari aiuteranno la monarchia a ritornare in sella. "Io comprendo che la vostra situazione è difficile. Ma non credo che, mostrandovi remissivi, voi la migliorerete. Ecco dove la necessità dell'anti-clericalismo - l'anticlericalismo di Cavour e della destra piemontese - mi pare assolutamente evidente. "Il fatto che molti giovani aspirano a una certezza che non trovano né nella filosofia di Croce, né nelle altre fantasie che io chiamo fabbriche del buio, è un fatto del quale abbiamo ogni ragione di compiacerci. Ma altro è riconoscere la utilità che la gioventu ritorni a certi prin– dpi morali e cerchi una base sicura ad essi, adottando magari dogmi religiosi, altro è consentire che questo movimento spontaneo e legittimo sia sfruttato dal Vaticano e dall'alto clero per imporre giuridicamente il loro predominio nella vita pubblica italiana, cominciando dalla scuola. "Senza dubbio, i demo-cristiani possono minacciarvi di buttarsi alla reazione e alla monar– chia se voi non subite il loro ricatto. Ma mi pare che abbiate anche voi le vostre armi per co– stringerli ad un po' di discrezione. Potete minacciare una insurrezione anti-clericale molto seria. Non potreste voi dire chiaro e tondo ai demo-cristiani che se essi vanno colla reazione e coi mo– narchici, il giorno della vostra ripresa verrà e in quel giorno i vecchi peccati saranno tutti scon– tati? "Io non mi spavento di una repubblica clericale. Non mi spaventerei neanche di una monar– chia clericale. La forza che avrebbe oggi qualunque monarchia in Italia sarebbe nulla. Dopo tutto anche la Terza repubblica francese sorse nel 1871 come repubblica clericale. Ma in Francia per quanto in minoranza, un movimento anti-clericale fu rappresentato da uomini come Gambetta e Ferry. Questo movimento, dopo sette anni di opposizione, riusd a prevalere. Quello che mi spa– venta oggi in Italia è che io non vedo nessun Gambetta e nessun Ferry, ma vedo che tutti accet– ta~o. senza discutere i ricatti che il Vaticano fa a destra e a sinistra, attraverso il partito demo– cr1st1ano. Questa faccenda bisogna che o prima o poi abbia termine, se gli italiani non vogliono abbandonare tutte le tradizioni del loro Risorgimento." [N.d.C.] 4 • Ben_edetto Croce, Edizioni di "Controcorrente," Boston, 1946, pp. 112 (contenente un saggio di Salvemini e scritti di G. A. Borgese, N. Chiaromonte, G. La Piana, E. Tagliacozzo). [N.d.C.] 426 BibliotecaGinoBianco

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