Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

Il Vaticano e il fascismo dimenticare altri fatti, da cui risulta provato che anche durante la presente guerra il Vaticano cooperò col regime fascista quando credé di poterlo fare senza danno. Occorre che io mi limiti a pochi cenni telegrafici per non pro– lungare troppo questa risposta. Mussolini entrò in guerra il 10 giugno 1940. Il 19 giugno, il papa in persona ricevette alcune centinaia di sposi novelli italiani (anche nella "bat– taglia per le nascite" il Vaticano e il regime fascista fecero causa comune!) e ricordò loro che "avevano il dovere di pregare per il loro paese che reso fertile d_al sudore e forse anche dal sangue dei loro progenitori aspettava .~he i suoi figli lo servissero generosamente." Il 4 settembre 1940 il papa ricevé 5000 membri dell'Azione cattolica, e li esortò a tenersi pronti a, dare la loro vita per la patria. Il 30 ottobre, due giorni dopo che il folle e delit– tuoso assalto alla Grecia era cominciato, Pio XII ricevette 200 ufficiali in uniforme "che rappresentavano l'esercito italiano" e disse che gli era "special– mente caro" benedire "uomini che servivano con fedeltà ed amore la cara patria." Non una parola di condanna per l'assalto alla Grecia. Il 4 febbraio 1941, Pio XII ricevé 50 aviatori tedeschi e 200 soldati italiani, tutti in uniforme, e si dichiarò "felice di riceverli e benedirli." La manifestazione piu rivoltante di quell'azione comune si ebbe nel maggio 1941, quando Pio ·XII ricevette il duca di Spoleto alla vigilia del giorno in cui doveva essere proclamato re di Croazia, e il giorno dopo quella cerimonia ricevé una delegazione croata presieduta da Ante Pavelic, il dit– tatore fascista della Croazia, condannato a morte in Francia per complicità nell'assassinio del re Alessandro di Serbia. Pio XII avrebbe potuto aspettare la fine della guerra per andare in soccorso del vincitore. Ma era impaziente di far causa comune con Mussolini. Ancora il 13 agosto 1941 Pio XII ricevette 3000 pellegrini, fra cui 600 soldati italiani in uniforme e disse loro: "Oggi vi è grande eroismo sui campi di battaglia, nel cielo e sul mare ... Sebbene la guerra sia orribile, non si può negare che ess::irivela la grandezza di molte anime eroiche che sacrificano la loro vita per eseguire i doveri imposti dalla coscienza cri– stiana." Quando parlava alla radio a tutto il mondo, Pio XII pregava per la pace ed esortava alla pace. Quando parlava a soldati tedeschi e italiani am– mirava l'eroismo dei combattenti. Visto e considerato che soldati francesi, inglesi e americani non potevano andare a Roma a farsi benedire, Pio XII avrebbe fatto meglio ad astenersi da quelle benedizioni e da quei discorsi a soldati che si battevano agli ordini di Mussolini e di Hitler. Neanche Pio Xl, che è quanto dire, aveva ricevuto soldati italiani durante la guerra etiopica. Concedendo quei ricevimenti e parlando in quel modo in quel mo– mento, a quel pubblico, che cosa faceva Pio XII se non dare una mano alla politica di Mussolini? Ancora il 17 agosto, 1 settembre e 3 settembre 1941 e nel maggio 1942, Pio XII ricevette soldati tedeschi e italiani. Dopo di allora, per quanto a me consta, smise, sia che qualcuno gli abbia fatto intendere che era ora 415 Biblioteca Gino Bianco

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