Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

Chiesa cattolica a Vaticano? 1 Chiesa cattolica o Vaticano? Giustizia e libertà ripete in tutti 1 suoi numeri che "la Chiesa cattolica" è complice del fascismo nella guerra d'Africa. Che cosa è la "Chiesa cattolica"? In essa vi è il clero e il laicato. Nel clero troviamo lo stato maggiore, cioè il papa e i prelati del Vaticano; l'alto clero o i vescovi, che sarebbero i generali dell'esercito; e il medio e basso clero, che .corrisponde agli uffi– ciali inferiori e sottufficiali. Il laicato è la massa dei soldati. Anche in esso bisogna distinguere gli attivi dagli indifferenti. La grande maggioranza del popolo italiano è formata da indifferenti che sono stati battezzati nella Chiesa 1 Da "Giustizia e libertà," Parigi, a. II, n. 28, 12 luglio 1935. Il trafiletto di Salvemini {pubblicato con la seguente nota redazionale: "Siamo fondamentalmente d'accordo con Salvemini, benché anche nel medio e basso clero vi siano, come mostrano i documenti che citiamo, dei com– plici del fascismo. È possibile tuttavia che non rappresentino la maggioranza") provocò una lettera al direttore del settimanale, Carlo Rosselli {"Curzio"), di Vico Lipari da Londra, parzialmente pubblicata nella rubrica "Colloqui col lettore" del n. 31 (2 agosto 1935): La distinzione di Salve– mini fra Chiesa cattolica e Vaticano, "piu che sottile è curialesca. La Chiesa è per definizione la 'congregazione degli uomini della medesima fede.' Il 'battesimo' col quale si entra nella nostra santa religione è una cerimonia alla quale il neofito è generalmente sottoposto molto tempo prima che abbia raggiunto l'età del discernimento [ ... ]. Esso non basta dunque a far includere nella 'chiesa cattolica' la 'grande maggioranza d'indifferenti - secondo scrive Salvemini - che se ne infischiano del papa, dei vescovi e del clero medio e basso.' E questa grande maggioranza d'indif– ferenti non ha alcuna ragione di offendersi quando le benemerenze della Chiesa cattolica nelle sue attività politiche e sociali vengono constatate e ricordate." Rispondendo al Lipari, Rosselli scrisse: "A filo di ragione sei tu nel giusto. Ma a filo di esperienza è forse piu nel giusto Salvemini, benché, ne convengo, la sua distinzione sia troppo sottile. Se ci si domanda con chi ce l'abbiamo, è certo piu facile e suadente rispondere: ce l'ab– biamo col papa che approva la guerra, col Vaticano che si è pappato 2 miliardi, coi vescovi che benedicono soldati e gagliardetti; piuttosto che rispondere: ce l'abbiamo con la Chiesa. Perché a quest'ultima risposta i preti replicano: ah, razza dannata di framassoni! E allora ci ritroviamo fra l'incudine {alquanto leggera) e il martellone. Ogni volta che trattiamo questo problema non pen– siamo all'intellettuale e all'operaio urbano, ma ai contadini e alle donne. La madre maledirà il papa che appoggia la guerra; ma, qualunque ragionamento di diritto canonico e di alta teologia le sfoderiate di fronte, si rifiuterà di condannare la Chiesa." Salvemini intervenne ancora {nel n. 33, del 15 agosto 1935), con la lettera riprodotta sotto, che fu pubblicata con una nuova lettera di Vico Lipari {" [ ... ] coloro che ritengono papa Ratti come il legittimo rappresentante di Dio sulla terra, approveranno la guerra da lui benedetta, l'ac– cetteranno come una prova inflitta dalla Divina Provvidenza - che ha già provveduto a tal fine Mussolini all'Italia - e si consoleranno dei figli caduti in Africa, pensando che 'muor giovane colui che al cielo è caro.' E se aspettate 'la madre che maledirà il papa che appoggia la guerra,' mio caro Curzio, ho paura che tu e Salvemini vi pascete di 'lattiginose albe lunari' [ ... ]"), e la risposta di "Curzio" ad entrambi i collaboratori, nella quale Rosselli scriveva fra l'altro: "Sosti– tuire le parole collettive astratte con dei termini concreti, come consiglia Salvemini, è certo in 389 l Jteca Gino Bianco

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