Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

Stato e Chìesa Ìn lta/Ìa sotto la dittatura fascista sulla questione romana, per informarli un bel giorno che si erano preoccupa– ti non di una "questione romana," ma di una "questione vaticana," che avrebbe potuto essere risolta firmando un pezzo di carta che riconoscesse la sovranità del papa su cento acri di terreno. L'obolo di san Pietro di– minuf in tutti i paesi, appena i fedeli appresero che il papa non era piu un prigioniero senza un soldo. Nel 1929 i cattolici belgi mandarono al papa 300.000 franchi belgi (circa 8.500 dollari), invece dei 600.000 inviati l'anno precedente. Se domani scoppiasse una nuova lotta fra il Vaticano e il go– verno italiano, il primo non troverebbe piu nei cattolici europei e americani lo stesso credulo fervore che negli anni passati. D'altra parte, la Santa Sede ha preparato in Italia il terreno per futuri contrasti, che non presagiscono niente di buono per la Chiesa. I patti late– ranensi sono il frutto di un vero e proprio colpo di mano, preparato da Pio XI, da Mussolini e da pochi loro diretti collaboratori. Quando furono resi pubblici, non fu permesso a nessuno in Italia di discuterli. Tutti fu– rono costretti a dichiararsi entusiasticamente favorevoli. Ma, come ho già detto, il malcontento sotterraneo è fortissimo, non solamente fra gli avver– sari del regime, ma anche fra i fascisti stessi. Un indizio di questa agitazione si è manifestato a Ravenna nel maggio scorso, quando i fascisti hanno assalito una processione cattolica, che vi aveva luogo. Non credo che gli italiani, quando avranno riconquistato il diritto di far libero uso del loro buon senso, vorranno contestare al papa la sua so– vranità sul Vaticano. Fu un errore politico non aver riconosciuto espli– citamente questa sovranità nel 1871; questo errore è stato corretto nel 1929 col trattato di conciliazione; sarebbe un errore per gli italiani rimetterla in discussione. Ma tutte le altre concessioni contenute nei patti lateranensi, che non siano una necessaria conseguenza di quella sovranità, dureranno sol– tanto finché durerà il regime fascista. Il primo atto dei governanti italiani che succederanno alla dittatura fascista, sarà quello di dichiarare nullo e illegale il concordato. Che cosa farà la Santa Sede, se nello stesso tempo il nuovo regime dichiarerà che non vuole contestare la sovranità pontificia sul Vaticano? Proclamerà il papa al mondo che il governo italiano ha violato la sua sovranità? Tornerà a lamen– tarsi di essere stato ridotto in prigionia? Sebbene la credulità umana non conosca limiti, chi prenderà sul serio queste lamentele? Non sono un profeta e non posso rispondere a queste domande. So soltanto questo: il papa ha legato se stesso e il clero italiano al fascismo; il giorno in cui la dittatura fascista cadrà, entrambi pagheranno care le conquiste fatte con i patti lateranensi. 338 BibliotecaGino Bianco

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