Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

Stato e Chiesa in Italia sotto la dittatura fascista durante i cinquant'anni successivi al 1870. Nel 1919 si stimò che gli occor– resse una rendita corrispondente a un capitale di circa 30 milioni di dollarì. Prima della guerra, la maggior parte delle entrate del Vaticano prove– nivano dall'Europa. Dopo la guerra, l'Europa impoverita non era piu ìn condizione di mantenerlo. Metà delle entrate provenivano dal Nord e dal Sud-America. Nondimeno le difficoltà finanziarie della Santa Sede restavano notevoli. Nel 1923 e 1924 essa dové lanciare due prestiti negli Stati Uniti attraverso banchieri cattolici. Dal febbraio 1929 il papa non ha piu alcuna preoccupazione finanzia– ria. Egli ha ricevuto un capitale che gli dà una rendita tre volte maggiore di quella che nel 1919 era ritenuta necessaria per le sue spese annue. Il popolo italiano dovrà pagare quattro milioni e mezzo di dollari all'anno del suo pane quotidiano per mantenere l'amministrazione centrale di un'istitu– zione internazionale quale la Chiesa cattolica. La Chiesa cattolica, fondata sulla fede religiosa di uomini viventi in tutte le parti del mondo, dovrebbe essere mantenuta dai contributi volon– tari di tutti i fedeli, e non dal tributo coattivo di un solo governo, che deve imporre tasse sui suoi cittadini, molti dei quali non sono cattolici. Quando, 1'11 febbraio 1929, il papa parlò dell'accordo, dichiarò: "Che sarà domani? [...] . L'avvenire è nelle ·mani di Dio. 115 Ma i 90 milioni di dollari ,non erano riposti nelle mani di Dio. Il papa aveva bisogno di averli nelle sue mani. Ora cominciate a capire perché fosse facile a Mussolini risolvere la questione romana. Confesso, nondimeno, che non farei grandi obiezioni a questa parte dell'accordo. Gli italiani erano poveri fino al 1929; da allora sono un po' piu poveri. I poveri sono sempre disposti a spendere denaro. Non devono preoccuparsi delle tasse. Di regola, solo i ricchi trovano da ridire sulle grosse spese. Le principali obiezioni nascono quando si prende 1n esame il concordato. Per comprendere questo documento, non dovete confondere, 1n pnmo luogo, la questione romana con le relazioni fra Stato e Chiesa in Italia. Il problema delle relazioni fra Stato e Chiesa sorge in ogni paese dove è presente la Chiesa cattolica. La questione romana è peculiare all'Italia, ed ha origine dal fatto che il papa abita a Roma e che Roma è una città ita– liana. In Francia, vi è il problema delle relazioni fra la Chiesa e lo Stato, ma non vi è una questione romana. Se, negli Stati Uniti, i cattolici fos– sero domani in maggioranza, sorgerebbe probabilmente la questione dei rap~ porti fra la Chiesa e lo Stato, ma non una questione romana. La questione romana è un privilegio dell'Italia. Confesso che preferirei che il papa vivesse a Washington: cosf voi avreste una Washington Question, mentre l'Ita– lia non avrebbe piu la questione romana. In secondo luogo, dovete ricordare che, avanti che Mussolinì si ìmpa- s Discorso ai parroci e ai quaresimalisti romani, in Parole pontificie sugli accordi del Late– rano, Roma, tip. de "L'osservatore romano," 1929, p. 14. [N.d.C.] 329 Efblioteca Gino Bianco

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