Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

Stato e Chiesa in Italia sotto la dittatura fascista una causa di turbamento, un pungolo nella coscienza di molti italiani. Nel 1922, quando Mussolini andò al potere, questi sentimenti erano stati supe– rati. Dopo il 1904, quando il papa consentf ai cattolici italiani di recarsi alle urne, la percentuale dei votanti non aumentò in misura considerevole. Le astensioni si aggirarono sul 40 per cento, la stessa percentuale che vi era stata nelle elezioni del quarantennio precedente. Questo dimostra che i cattolici_italiani erano tanto poco turbati dalla questione romana, che an• davano alle urne anche prima di averne ottenuto il permesso dal papa. Io sospetto che la sola persona in Italia, per la quale la questione romana si rivelava una spina nel fianco, fosse il direttore dell'Osservatore romano. Quel disgraziato doveva scrivere di quando in quando un articolo per affermare la necessità di .risolvere la questione romana, pur essendo sicuro che nessuno l'avrebbe letto. Fu specialmente durante la grande guerra che la "spina nel fianco" avrebbe potuto turbare il sonno degli italiani. In realtà, se gli italiani ebbero cattive notti in quegli anni, non fu a cau~a della questione romana. In ogni caso, l'Italia superò la prova e ne usd vittoriosa. Al contrario l'impero austriaco, che non aveva nessuna spina nel fianco ed era anche benedetto dal Vatiçano, si sgretolò. Era evidente che uno stato può essere smembrato anche se amato dal papa, e può prosperare anche se. non è da lui ricono– sciuto. Nel settembre 1926, quando Mussolini iniziò i negoziati col papa sulla questione romana, il Vaticano aveva già fatto tante concessioni al fatto compiuto, che restava da compiere non piu che un passo per arrivare a ·una completa e definitiva soluzione: il riconoscimento formale del fatto compiuto da parte del papa. Questo fu il contributo di Mussolini alla solu– zione della questione romana. È tuttavia arbitrario attribuire all'ultimo ve– nuto, che se lo arroga, tutto il merito per un risultato, che non sarebbe stato possibile senza il lavoro di due generazioni di liberali italiani. Non intendo' dire che quel riconoscimento formale sia un fatto insigni– ficante. La pacificazione è preferibile all'ostilità, anche se in effetti l'ostilità sia già sbollita. Solamente va notato che prima del 1926 le concessioni fatte dal papa al fatto compiuto non tennero mai dietro a negoziati, in cui i governanti italiani avessero fatto concessioni sostanziali. I governanti italia– ni affermarono sempre che la questione romana era stata risolta nel 1870. I papi affermavano invece che la questione romana non era stata risolta affat– to. Mentre ripetevano le loro proteste, si arrendevano regolarmente. I gover– nanti italiani non dovevano far altro che starsene tranquilli, lasciando che il tempo continuasse la sua opera medicatrice. _ Invece gli accordi del Laterano del febbraio 1929 furono il risultato di negoziati condotti per piu di due anni, in cui furono fatte concessioni da entrambe le parti. Mussolini doveva venire a patti con il Vaticano. Che cosa çop.cesse? Che çosa ricevé? 327 B•bl1otecaGino Bianco

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