Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

Partito popolare, socialisti e fascisti battagliero cardinale, Benedetto XV 4 gli affidò un ufficio a Roma, e lo sosti– tu1 a Genova con un successore meno temerario. Ben presto fu chiaro che il cardinal Boggiani era in buona compa– gnia. Nel settembre 1920 ebbe luogo la famosa occupazione delle fabbri– che, la quale segnò il momento piu acuto della crisi del dopoguerra. Nello stesso mese cominciarono ad aver luogo le elezioni municipali in tutta Ita– lia. Sorgevano ovunque "leghe antibolsceviche" che, mettendo a profitto la crescente reazione delle classi.medie contro i disordini dei due anni trascor– si, passavano all'offensiva elettorale contro i socialisti. Le elezioni municipali non si facevano, come le politiche, col siste– ma della rappresentanza proporzionale. La lista che raccoglieva piu voti, conquistava i 4 / 5 dei seggi; alla lista che seguiva nella votazione, toccava 1 / 5 dei seggi; alle liste meno favorite, nulla. Le "leghe antibolsceviche" abbracciavano nazionalisti, nazionali conservatori, democratici, massoni, cattolici conservatori. Esse avrebbero voluto che il partito popolare si as- sociasse ovunque alla loro crociata. . Invece la Direzione del partito deliberò che le organizzazioni ade– renti dovessero, dovunque, presentare candidati propri, senza allearsi con nessun altro gruppo. Le proteste delle "leghe antibolsceviche" furono altis– sime. Il 24 settembre 1920 alcuni giornali di Roma annunciarono che il cardinal Pompilj, vescovo di Velletri, aveva diretto ai suoi diocesani, in data 15 settembre, una lettera per informarli che "la Santità di Nostro Signore non approvava le mosse e la tattica elettorale del partito popola– re italiano. " 5 Due giorni dopo, il giornale romano del partito popolare, Cor– riere d'Italia, affermò che la lettera era falsa. Ma il 28 settembre entrò in azione un altro prelato, il cardinale Pignatelli, vescovo di Albano: in una intervista concessa al giornale La, tribuna, egli negò che esistesse una cir– colare del Vaticano ai vescovi della provincia di Roma in materia di ele– zioni; ma si dichiarò contrario alla tattica intransigente del partito popolare, annunziò che dello stesso parere era anche il cardinal Pompilj, e aggiunse: Non credo che si sia lontani dal vero credendo che questo sia anche il pensiero del Vaticano, contrario a quello della Direzione del Partito Popolare, che non v'era ragione di sconfessare giacché non è stato mai ... confessato. 6 Subito dopo entrò in lizza la Settimana sociale. Secondo questo giornale, la regola della intransigenza elettorale era da seguire solamente quando le alleanze fossero dannose o inutili; ma tale regola doveva subire ◄ Che aveva approvato, "in una sua lettera scritta tutta di proprio pugno," la pastorale del cardinale contro il partito popolare: "Nelle passate settimane Vostra Eminenza è andata su per i giornali; io credo che abbia fatto bene a mettere le cose a posto: la Pastorale di Vostra Eminenza è un documento che sarà citato se i pipi pretenderanno di arrogarsi il titolo eh 'par– tito cattolico'": I due anni, cit., p. 329. [N.d.C.] 5 "La Santità di Nostro Signore, non approvando le mosse e la tattica elettorale del P.P.I., invitò i cattolici elettori amministrativi della mia Diocesi ad essere liberi di votare per qualunque altro candidato che dia affidamento di onestà e correttezza": "Corriere d'Italia," 26 settembre 1920. [N.d.C.] 6 "La tribuna," Roma, 28 settembre 1920. 247 BibliotecaGino Bianco

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