Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

La. massoneria portar via di nuovo da un ritorno offensivo dell'antica padrona. Se avessero una personale esperienza di questi ambienti cosI diversi dai loro, gli anglo– sassoni e i tedeschi diventerebbero probabilmente assai piu battaglieri del piu e6altato massone francese o italiano. Dunque i massoni italiani erano anticattolici. Infatti ad ogni anni– versario del 20 settembre o del rogo di Giordano Bruno e ad ogni altro avvenimento adatto ad una dimostrazione anticlericale, le logge massoniche organizzavano il maggior rumore possibile. Ma se si astrae da queste dimo– strazioni di piazza, è difficile vedere in che cosa altro realmente consistesse la lotta contro il ·cattolicismo dei massoni italiani. Il regolamento del 1908, che obbligava i comuni a dare l'istruzione catechistica agli alunni che la domandavano, fu opera di un ministro massone. 6 Nelle elezioni del 1913, molti massoni firmarono, si disse, il "patto Gentiloni" (vedi p. 179). In un collegio elettorale dell'alta Italia (Tirano) l'arcivescovo di Milano, della cui diocesi il collegio fa~eva parte, si rifiutò di sospendere il non expedit e cosf impe~f agli elettori cattolici piu ubbidienti e al clero di votare per il candidato cattolico, assicurando la vittoria del candidato non cattolico, un filosofo positivista, ( che aveva sempre militato fra i democratici anticle– ricali e) che era in quel momento ministro della Pubblica Istruzione. 7 La massoneria italiana differisce dalla francese cosI come differiscono i cattolici dei due paesi. In Francia i cattolici, bene organizzati, colti, tenaci, aggres– sivi, hanno obbligato i loro avversari ad uno sforzo altrettanto intenso di organizzazione e di lotta. I cattolici italiani, meno battaglieri, meno colti, piu corrivi alle "combinazioni," hanno partorito una massoneria a loro imma– gine e somiglianza. Un'altra specialità della massoneria erano, prima della guerra, le dimo– strazioni "irredentiste," cioè di solidarietà con gli italiani ancora incorporati nell'impero austro-ungarico. In alcune università vi erano gruppi di studenti affiliati alla massoneria, che promuovevano quelle dimostrazioni. Ma le dimo– strazioni irredentiste non impedirono che l'alleanza con la Germania e con l'Austria fosse rinnovata alle scadenze; e se la Triplice alleanza andò in pezzi nel 1914-15, sarebbe ridicolo attribuirne la causa alla massoneria. 3 Delle due massonerie, quella di palazzo Giustiniani - o, per essere piu esatti, la maggioranza delle · sue logge - fece la campagna per la guerra contro l'Austria,9 accentuando o smorzando i toni secondo le parole d'ordine che riceveva dal governo. Il sincronismo fra la politica del governo e la propaganda della massoneria fece credere che la massoneria diriges– se il governo, mentre era il governo che utilizzava i servigi della massoneria, 6 Luigi Rava (1860-1938). [N.d.C.] 7 Luigi Credaro (1860-1939). [N.d.C.] 8 Questa fatua leggenda è diventata articolo di fede per gli scrittori cattolici tedeschi cd è stata naturalmente accolta da quel pasticcione di M. ERZBERGER, Souvenirs de guerre, Paris, Payot, 1921, pp. 166 sgg. I massoni si sono impadroniti anche di questa leggenda cattolica, e novellano che "il Grande Oriente fu il principale autore dell'intervento dell'Italia in guerra" (intervista del gran maestro Domizio Torrigiani ne "Il giornale d'Italia," Roma, 30 dicembre 1922). 9 A. SALANDRA, La neutralità italiana: 1914. Ricordi e pensieri, Milano, Mondadori, 1928, pp. 138-39. 195 oteca Gino Bianco

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