Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

La massoneria dere, fuori d'Italia, che ci fosse in Roma molta gente disposta a prendere sul tragico la questione romana. Perciò bisognava gonfiare sempre piu la leggenda del povero popolo italiano, sempre pronto a buttarsi ai piedi del papa, ma impedito di compiere quest'atto di riparazione dalle tenebrose mac– chinazioni della setta infernale. Noi in Italia ridevamo di queste esagerazioni; e le spiegavamo con la necessità, in cui il Vaticano si trovava, di escogi– tare sempre nuovi espedienti per alimentare l'obolo di san Pietro. In generale, i "fratelli" erano commercianti, avvocati, ufficiali dell'e– sercito e della marina e pubblici impiegati, specialmente insegnanti. Ebrei e protestanti aderivano in gran numero alla società. Funzionari di pochi scrupoli, stretti dalla solidarietà massonica, si aiu– tavano l'un l'altro a spese delle persone non iscritte alla società; magistrati massoni favorivano avvocati "fratelli"; e simili. Contro questi abusi, che erano difficili a dimostrarsi, ma di cui si indovinavano qua e là le tracce, le proteste erano continue e vivaci da parte delle persone oneste di tutti i partiti. Coloro che aveyano a cuore il funzionamento sincero delle isti– tuzioni democratiche, condannavano la massoneria, perché pensavano che in regime di libertà non dovrebbero esistere società segrete:· la libertà deve es– sere sempre accompagnata dalla responsabilità, e non c'è responsabilità dove non c'è pubblicità. Il filosofo Benedetto Croce, la cui influenza fu in quegli anni assai profonda in Italia, condannava anche lui la massoneria in nome della sua filosofia. I socialisti intransigenti combattevano la masso– neria, perché la solidarietà fra le classi sociali predicata dalla massoneria contraddiceva al metodo della lotta di classe. A screditare la massoneria contribu1 non poco, dal 1908 in poi, uno scisma, per effetto del quale l'Italia fu letificata da due massonerie invece che da una sola. Una, per aver la sede centrale in Roma nel palazzo Giusti– niani, era chiamata "la massone~ia di palazzo Giustiniani "; e l'altra era chia– mata "la massoneria di piazza del Gesu," perché aveva in questa piazza di Roma la sua sede centrale. La prima raccoglieva i massoni a tendenze democratiche, la seconda quelli a tendenze conservatrici. Questi ultimi si divisero dall'ordine accusandolo di essere sovversivo, di non credere in Dio e di dissimulare il suo ateismo sotto la formula equivoca del Grande architetto dell'universo. Molti pastori protestanti se ne andarono con la massoneria scismatica. Gli ebrei e la maggioranza dei fratelli di origine cattolica rimasero fedeli a palazzo Giustiniani. I non massoni si divertirono un mondo per le accuse e le scomuniche che i due Grandi Orienti si pal– leggiavano.2 I nazionalisti, che, come abbiamo già accennato, si organizzarono in partito e cominciarono a fare piu rumore del solito alla fine del 191 O, conducevano una campagna sistematica contro la massoneria, perché sulla piattaforma antimassonica speravano di costituire una coalizione saldamente antisocialista fra i cattolici e i nazionali conservatori. Alla lor volta, anche 2 "La civiltà cattolica," 6 fobbraio 1909. 193 16 1blloteca Gino Bianco

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