Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

L'enciclica "Il fermo proposito" pronto il rimedio. Potevano sempre scatenare gli anticlericali contro i cat– tolici. La Camera dei deputati era formata nel modo seguente: vi era una maggioranza di 400 su 508 deputati, nella quale una Destra "piuttosto" · conservatrice era favorevole ad una intesa con i cattolici, ed una Sinistra "piuttosto" democratica era favorevole ad una intesa con gli anticlericali e i socialisti. All'infuori di questo bifido blocco governante, vi erano al– cune diecine di deputati cattolici e un mezzo centinaio di deputati anti– clericali o socialisti. La destra e la sinistra della maggioranza non si disso– ciavano mai e cosI rimanevano sempre al governo. Quando i cattolici o gli anticlericali diventavano troppo rumorosi e incomodi a maneggiare, la mag– gioranza minacciava di spostarsi verso il gruppo meno riottoso, piu maneg– gevole, concedendo a questo i suoi minuti favori e sottomettendo l'altro a rappresaglie. CosI i cattolici e gli anticlericali si davano scacco matto a vicenda. Giolitti fu l'uomo ,che vide piu chiaramente degli altri l'utilità di ave– re una Camera COSI dosata, e riusd a mantenerla tale per dieci anni, non fa– cendosi nemmeno scrupolo nella scelta dei mezzi necessari per raggiungere quel fine. Uno fra i piu autorevoli uomini politici di quegli anni, l'on. Orlando, diceva che "la politica religiosa del Governo italiano non era una filosofia, ma una pratica." Giolitti disse alla Camera il 30 maggio 1904 una frase che rimase famosa: "Lo Stato e la Chiesa sono due parallele che non si debbono incontrare mai." Anche le rotaie delle linee ferroviarie sono paralle– le che non si incontrano mai. Ma fra esse vi sono sempre le "combinazio– ni," cioè vi sono sempre, sotto il piano stradale, delle traverse che ten– gono insieme le rotaie. cosa sarebbe avvenuto il giorno, in cui i deputati cattolici-non-cattolici avessero raggiunto nella Camera una posizione predominante, analoga a quella che aveva il Centro in Germania? Un gior– nale cattolico di Bologna ['L'avvenire d'Italia': N.d.C.] aveva annunziato nel 1905 che, quando i cattolici avessero potuto 'decidere della sorte dei ministeri,' allora sarebbe stato 'possibile un passo avanti' (C. CRISPOLTI, Pio X e un episodio nella storia del partito cattolico in Italia, Roma, Bontempelli e Invernizzi, 1913, p. 101). Il passo avanti, era evidente, sarebbe stato fatto verso la riacutizzazione della questione romana.,, [N.d.C.] 171 BibliotecaGino Bianco

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