Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

Stato e Chiesa sotto Leone Xlll alcuni di questi manuali è ripagato con un notevole divertimento della sua nori lieve fatica. Per esempio, il cardinal Cavagnis, nelle sue Institutiones : ..iuris publid ecclesiastici, 15 e il gesuita Wernz, professore di diritto canonico nell'università Gregoriana e generale dell'ordine, nel suo /us decretalium, 16 distinguono nientemeno quattro ordini di questioni: 1) la liceità del potere temporale o principato civile; 2) la legittimità; 3) la convenienza; 4) la necessità. Sulla prima questione, essi ammettono che la liceità è stata spesso impugnata anche da scrittori cattolici eminenti; ma insegnano che ormai è fuori di discussione, data la proposizione 75 del Sillabo di Pio IX, che vieta ai cattolici ogni ulteriore discussione sulla compatibilità dei due poteri nella persona del sommo pontefice. Sul secondo punto, i due autori spiegano che la sovranità su un dato territorio si deve considerare come legittima quando essa è stata acquistata per guerra giusta, o per' libera scelta del popolo, o per necessità e vantaggio sociale, o per donazione di legittimo principe. Tutti questi requisiti si trovano nel potere temporale della Chiesa. È vero che questi requisiti sono stati spesso impugnati; ma un cattolico non può insistere sulle contestazioni "senza temeraria audacia." La convenienza è dimostrata dal fatto che il potere temporale si è appalesato un ottimo mezzo per attuare l'indipendenza e la libertà che com– pete al papa, ex jure di'vino, nel campo spirituale. Una opinione diversa sarebbe anch'essa temeraria. La necessità si distingue in necessità assoluta e necessità morale o re– lativa. La necessità assoluta non si può provare, perché è certo che tale ne– cessità è esclusa sia dalla sacra scrittura che dalla storia (Cavagnis, III, n. 444; Wernz, II, n. 655). La necessità morale o relativa, invece, è indu– bitabile; date le condizioni attuali della vita pubblica, il potere temporale è "un mezzo ordinario" stabilito da Dio per assicurare l'indipendenza spiri– tuale della Chiesa. Altro mezzo ordinario i due canonisti non sanno vedere. Ne consegue, secondo Wernz, che la necessità morale del potere temporale va- , le non solo per i tempi passati e per le presenti contingenze politiche, ma anche per il futuro (Wernz, II, 605). La necessità morale del principato civile come mezzo ordinario per l'indipendenza spirituale del papa, non è un "cl " . . ' d · . 1 ' "f d ogma vero e propno, c10e una ottr1na nve ata: essa e un atto og- matico," cioè si deduce logicamente dalle altre verità rivelate, e il papa è autorizzato a definirlo infallibilmente. A questo punto sorge un problema di capitale importanza: può il papa rinunciare al principato _civile?Il padre Wernz risponde facendo una distinzione tra "rinunzia parziale" e rinunzia "totale." Egli ammette che il papa può, validamente e lecitamente, alienare parzialmente il principato civile se concorre il motivo di "cause gravissime," che egli solo è arbitro di 15 La prima edizione usd nel 1888-89; io ho sotto gli occhi l'edizione di Roma, Desclée, 1906. 16 La prima edizione è del 1899; io utilizzo la [terza] edizione, Prato, Giachetti, 1915. 137 Biblioteca Gino Bianco

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