Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

Stato e Chiesa in Italia da Pio IX a Pio XI Sede e con tutta la Chiesa che -gli Imperatori abbiano accordato ai Papi la sovranità della città di Roma e del suo territorio, affinchè essi possano esercitare piu liberamente nel mondo intero il loro potere spirituale e l'apostolato; e facciamo voti che Dio voglia pro– teggere e conservare il. sacro patrimonio della Santa Sede. 5 Trattandosi di un gallicano, è naturale che la dottrina di Bossuet non avesse fortuna nella curia romana. Nel febbraio 1797, quando la repubblica francese obbligò Pio VI a cedere, col trattato di Tolentino, una parte dei suoi territori, nessuno ebbe il piu lontano sospetto che la indipendenza spi– rituale pontificia uscisse menomata da quella cessione. Tutti videro sola– mente che, in forza del diritto di guerra, i francesi secolarizzavano una par– te dei territori governati fino allora dal papa, cos1 come avevano già se– colarizzato tanti altri beni ecclesiastici in Francia e tanti altri principati ecclesiastici sulla riva sinistra del Reno. Nel 1798 le truppe francesi occuparono Roma. Pio VI protestò nella lettera apostolica Cum nos superiori, 15 novembre 1798, per l'espulsione o l'imprigionamento dei cardinali, per la confisca dei beni ecclesiastici, per la chiusura dei conventi, per le limitazioni messe alla libertà del culto, e anche per l'usurpazione del patrimonio di san Pietro: quest'ultima era uno dei tanti mali da cui la Santa Sede era afflitta, ed in vista dei quali il papa fissò norme eccezionali per il prossimo conclave. 6 Nulla in questo do– cumento suggerisce l'idea che Pio VI vedesse negli Stati della Chiesa altro che uno fra i tanti beni della Chiesa stessa, che i francesi in quei giorni mettevano a ruba; nulla suggerisce l'idea che Pio VI attribuisse a quei ter– ritori la specifica funzione di garantirgli l'indipendenza nell'esercizio della sua autorità sulla Chiesa universale. . Quando ebbe a trattare con Napoleone per la preparazione e la ese– cuzione del concordato (1801-1802) e per la incoronazione a imperatore (1804), Pio VII si lasciò indurre alle piu indecorose abdicazioni, anche nel campo piu strettamente religioso, dalla speranza di ottenere da Napoleone i territori ceduti da Pio VI nel trattato di Tolentino, e dalla paura di per– dere anche quelli che gli rimanevano, se avesse scontentato l'onnipotente dell'ora. 7 Pio VII supplicava Napoleone di restituirgli le antiche province della Chiesa, appoggiando le sue insistenze sulla "assoluta impossibilità di sus– sistere," in cui si trovava ridotta la Santa Sede per aver perduto i suoi ter– ritori piu popolosi e piu ricchi (lettera del 24 ottobre 1801). Non sapen– do quali altre ragioni inventare per commuovere il cuore del faraone, sco– priva .finanche che sarebbe stato utile, "per l'equilibrio dell'Italia, resti– tuire i suoi domini a un principe, che non ha altre armi difensive che la sua debolezza temporale e la sua dignità spirituale. " 8 In tutte queste trat- 5 Défense de la Déclaration du clergé de France, liv. I, sect. I, chap. 10, Amsterdam, 1745, vol. I, p. 169. 6 Bullarii Romani continuatio, Romae 1835-56, vol. X, p. 175. 7 A. DEBIDOUR, Histoire des rapports de l'Eglise et l'Etat en France de 1789 à 1870, Paris, Alcan, 1898, pp. 204-40. 8 Conte D'HAussONVILLE, L'Eglise Romaine et le Premier Empire: 1800-1814, Paris, Michel– Lévy, 1870, I, pp. 425, 369. 96 BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=