La quistione romana nell'Assemblea francese

NELL' .A.SSErtiBLEA FRANCESE. 67 i tempi addusse il cattolicismo a intervenire negli affari di Roma per tutelarvi sia il governo del Papa, sia la sua persona. Addentrandomi ora nella quistione pratica, positiva, dopo di aver chiesto se lo Stato romano ebbe il dritto o potea avere la forza di cangiare la sua condizione, io vi dimando inoltre : n' ebbe esso mai la voglia ? Vediamlo. Un Papa riformatore era eletto e in mezzo a quali acclamazioni ! a quali omaggi ! Voi gli rimproverate d'essersi cangiato ; ma ditemi , se il ciel vi guardi : chi fu il primo a cangiare, voi o egli? Quando Pio IX montava al trono pontificale , molte riforme erano imperiosamente volute : la giudiziaria, l'amministrativa, la finanziera, la partecipazione dei laici al potere in certi limiti, l'amnistia infine : tutto questo sì era necessario, lo sappiamo. Ma l' amnistia non ci fu uopo cercarla a Pio IX : egli accordavala per un movimento spontaneo del suo cuore; e l'uno dei perdonati da lui protestandogli la sua riconoscenza, gli diceva : Padre santo ,· io vi presento questo capo che voi avete tolto alla scure; esso vi appartiene per la vita e per la morte! Passavano venti mesi, e il nome di costui trov~vasi in primo luogo sotto l' atto che pronunziava la caduta del suo benefattore l All' amnistia venian dietro e si apparecchiavano le riforme finanziere, amministrative e giudiziarie, tutto era divisato, conchiuso, e cominciava a recarsi ad effetto. I laici participavano già al potere: e il primo che vi entrasse era l'uomo amnistialo onde io vi parlava poc' anzi. Si rappresentava frattanto a Pio IX il rischio di somiglianti consigli; ma egli in una specie d' ostinazion generosa replicava : No! non è possibile che quello parole , che quella riconoscenza

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